Esuberi al Casinò, sconcerto delle opposizioni consiliari
Piano di riorganizzazione con 264 esuberi preceduto dalle dimissioni dell’amministratore unico. Quella che è stata presentata stamattina, lunedì 20, alle organizzazioni sindacali della Saint-Vincent Resort&Casinò è una cura da cavallo, che ha sollevato le proteste dei lavoratori (martedì assemblea e mercoledì sciopero con tanto di manifestazione di protesta a Place Deffeyes).
Un piano presentato da un amministratore unico, Lorenzo Sommo, e dal vice direttore generale, Stefano Silvestri, entrambie sfiduciati dal Consiglio regionale (seduta del 7 febbraio, che ha approvato un ordine del giorno dove si evidenziava l’azzeramento del management, dirigenti e quadri che si occupano della gestione del personale e di rivedere radicalmente l’organizzazione della società (amministratore unico, collegio sindacale, i quadri con responsabilità nel settore del personale, gioco, marketing e relazioni sindacali).
Le reazioni politiche
Un piano valido? Per Pierluigi Marquis, capogruppo di Stella Alpina “è paradossale che vengano avanzate soluzioni riorganizzative così drastiche congiuntamente alla rassegnazione delle dimissioni. Ogni proposta andrebbe presentata con davanti un orizzonte temporale di attuazione da parte della dirigenza in carica. In questo caso la responsabilità di presentare il piano di ristrutturazione su cui lavorare è da lasciare all’amministrazione subentrante”.
Per Alpe e Mouv è un no secco ai licenziamenti
“Ancora una volta questo governo regionale prova a lanciare un ballon d’essai, lasciando prima trapelare la notizia del licenziamento collettivo come unica soluzione praticabile, per poi venire a più miti consigli proponendo magari un contratto di solidarietà che faccia fare al presidente della Regione la figura del salvatore della situazione – dicono i due gruppi di opposizione -. La risposta alla grave situazione non può essere la procedura di licenziamento, vera o presunta che sia, ma una ristrutturazione radicale e generale che colpisca innanzitutto le tante figure, all’interno del Casinò, rivelatesi in questi anni inadatte al ruolo affidato loro da un governo regionale che ora deve innanzitutto assumersi le responsabilità delle scelte sbagliate del passato. Solo così si può pensare di sedersi al tavolo con i lavoratori per cercare una soluzione condivisa”.
M5S: un piano non valido
Per Roberto Cognetta (M5S) “politicamente questo piano non ha validità, perché chi non ha la fiducia del Consiglio regionale non può pensare di fare un piano con dei tagli”. “Suona molto come ricatto – ancora Cognetta -. Quando il M5S non votò i famosi 60 milioni per la ricapitalizzazione, lo dicevamo già di voler procedere con una riorganizzazione aziendale e che poi si sarebbero potuti dare i soldi, un’azione che se fosse stata fatta molto tempo fa sarebbe stata meno traumatica e meno invasiva di adesso”.Guichardaz (Pd-Sinistra Vda) “Il piano è valido. Sommo ha ancora le sue funzioni”.
Pd: piano valido eccome
Chiarisce la posizione di Sommo, Jean-Pierre Guichardaz (Pd), per il quale “il piano di esuberi ha validità perché l’amministratore unico è ancora Sommo, fino a quando non verrà trovato il sostituto da chi si è preso la briga di sfiduciarlo; pertanto Sommo svolge le sue funzioni”.
Guichardaz si toglie qualche sassolino. “In Consiglio maggioranze e minoranze variopinte si fanno la guerra su chi è più bravo, intanto il Casinò è sempre lì con i suoi problemi irrisolti. Poi esce una legge proposta dai soliti meditabondi più sponde variopinte che rinvia a un “piano di ristrutturazione” da elaborare entro sessanta giorni. Nel frattempo i geniali approfonditori dopo aver fatto trapelare nomi e cognomi (in sloveno) di super manager pronti a consumarsi per far tornare la nostra Casa da gioco agli antichi splendori si accorgono di aver votato una legge che al limite permetterà al salvatore sloveno di prendere uno stipendio poco più alto di un valletto. Chi mai verrà in Valle d’Aosta a prendersi schiaffoni un giorno sì e uno pure dal politico di turno per quattro eurini messi in croce? Magari riscrivendo la legge, possiamo pagare il giusto anche a qualche nominato che inconsapevolmente si è ritrovato con lo stipendio di un commesso”.
(Teresa Marchese)