Casinò, i lavoratori: a rovinarlo è stata la politica
A rovinare il Casinò è stata la politica. E’ l’accusa dei lavoratori che manifestano a palazzo regionale contro il piano di licenziamenti presentato dall’amministratote unico dimissionario, Lorenzo Sommo.
«Abbiamo ribadito le forti preoccupazioni per il futuro dell’azienda, abbiamo ribadito che i 264 licenziamenti sono irricevibili». Lo ha sottolineato Giorgio Piacentini della Cisl al termine del colloquio, durato quasi due ore, tra sigle sindacali, capigruppo in Consiglio Valle, ufficio di presidenza e giunta regionale mentre ad attendere risposte nel salone Maria Ida Viglino di piazza Deffeyes c’erano circa duecento lavoratori del Resort&Casinò, sono 264 quelli in odore di licenciamento secondo il piano di ristrutturazione aziendale. «Si rimpallano le responsabilità ma noi non siamo interessati alla polemica politica» prosegue, commentando l’atteggiamento di governo e Consiglio. «Hanno annunciato che ci risponderanno in Consiglio e noi seguiremo i lavori con grande attenzione» dice Claudio Albertinelli del Savt. L’assemblea resta sospesa. La concertazione tra le forze politiche è iniziata.
Casinò rovinato dalla politica
I lavoratori non si espongono ma alcuni di loro ritengono che «il Casinò doveva essere lasciato in mano ai privati» e «che la politica ha rovinato tutto». Non negano che la casa da gioco sia un bacino di voti, né nascondono che il nepotismo abbia portato molti a ricoprire cariche senza averne le capacità. Non negano le raccomandazioni che hanno portato a far lievitare il numero dei lavoratori. Dicono: «anche in passato c’erano ma il privato metteva freno».
(danila chenal)