Corte Conti: «Dubbi su attendibilità previsionale dei pagamenti della Regione»
Campanello d’allarme, quello lanciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2017 dal procuratore regionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, Roberto Rizzi, relativamente ai dati degli investimenti pubblici per l’esercizio 2015.«Tale constatazione induce a ritenere che l’amministrazione» regionale «abbia difficoltà a rispettare la programmazione e, conseguentemente, appare dubbia l’attendibilità previsionale dei pagamenti», ha dichiarato Rizzi nella sua relazione, facendo riferimento proprio ai «non soddisfacenti dati riguardanti gli investimenti pubblici», se è vero che «per le spese di investimento gli indicatori finanziari mostrano che le risorse stanziate (157.599.133 euro) e quelle impegnate (108.176.742 euro) non sono funzionalmente correlate con quelle pagate (45.195.664 euro) e che il livello dei residui (62.981.078 euro) è superiore a quello dei pagamenti».Nel corso dell’appuntamento di questa mattina, andato in scena nell’Aula Magna dell’Università della Valle d’Aosta, che si è aperto con la relazione del presidente reggente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, Paolo Maria Cominelli, il procuratore regionale Roberto Rizzi è andato quindi ad approfondire l’attività svolta nel corso dell’ultimo anno dalla sua struttura, che nel corso del 2016 ha aperto 68 fascicoli istruttori, con una giacenza residua di 486 vertenze pendenti.Più nel dettaglio, «l’attività istruttoria esperita si può numericamente sintetizzare in 46 richieste istruttorie e deleghe conferite», mentre delle vertenze pendenti, 99 si sono concluse con archiviazione.In riferimento alle «condotte maggiormente significative», il procuratore contabile Rizzi ha dunque portato a compimento proprio ieri – giovedì (con il procedimento a carico di Roberto Louvin e Patrizia Morelli di Alpe) – i sei giudizi a carico dei capigruppo in Consiglio Valle nella XIII legislatura per l’utilizzo illegittimo di contributi pubblici per una somma complessiva di 1.736.231,35 euro.Stando agli approfondimenti condotti, «pur con significative differenze tra i gruppi», il procuratore regionale della Corte dei Conti ha parlato di «una trasversale convinzione di insensibilità dei gruppi agli ordinari obblighi di rendicontazione previsti da norme degli anni venti del secolo scorso, reputando essi adempiuto l’obbligo di dimostrazione del corretto impiego delle somme ricevute con la sola presentazione di un rendiconto sintetico, certamente preclusivo di ogni possibilità di controllo».Più in generale, secondo la Procura gli approfondimenti amministrativo-contabili in relazione ai cosiddetti ‘costi della politica’ hanno dimostrato inoltre, «laddove la documentazione di spesa è stata reperita, anche qui con doverosi distinguo fra le diverse entità associative, il radicato convincimento che, per poter impiegare il contributo finanziario pubblico, fosse sufficiente, in luogo di una qualificata e robusta inerenza della spesa con le funzioni politico-istituzionali del gruppo, un debolissimo legame, spesso collocabile in prossimità dei confini dell’umana percepibilità», ha concluso il procuratore regionale della Corte dei Conti, Roberto Rizzi.(pa.ba.)