Tentata estorsione ed usura, arrestato respinge le accuse
Nell'indagine che vede come persona offesa una insospettabile professionista di St-Vincent caduta nel vortice della droga; la difesa di Pasquale Cirelli: «Quei soldi furono imprestati alla donna, il mio assistito ha solo cercato di recuperarli»
Nessuna tentata estorsione e nessuna usura, accusa per la quale – tra l’altro – «non è nemmeno stata richiesta la misura cautelare».E’ la linea difensiva emersa al termine dell’interrogatorio di garanzia che questa mattina ha portato davanti al gip del Tribunale di Aosta, Davide Paladino, il muratore 47enne di Saint-Vincent, Pasquale Cirelli, da sabato agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal procuratore capo facente funzioni Giancarlo Avenati Bassi.Un interrogatorio, quello di stamane, nell’ambito del quale il legale difensore dell’arrestato, l’avvocato Corrado Bellora, ha insistito sull’insussistenza sia dell’accusa di tentata estorsione sia dell’accusa di usura, motivo per cui l’ordinanza del gip è stata impugnata davanti al Tribunale del Riesame di Torino.Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Châtillon Saint-Vincent, una insospettabile libera professionista della cittadina termale – dopo essere letteralmente precipitata nel vortice della cocaina – a un certo punto si sarebbe rivolta a Pasquale Cirelli per poter acquistare la droga. In un primo momento, il muratore 47enne le avrebbe anche fatto credito, ma con il passare del tempo avrebbe iniziato a farle pressioni al fine di ottenere cifre di denaro sempre più elevate, fino ad arrivare a pretendere come garanzia un assegno di 30 mila euro.Due accuse, quelle di tentata estorsione ed usura, fortemente contestate dalla difesa dell’arrestato, che ha cercato di spiegare al giudice come i soldi pretesi dal Cirelli non fossero altro che somme precedentemente imprestate alla donna, per conto della quale aveva garantito il suo ex compagno.In attesa della pronuncia del Tribunale del Riesame di Torino sulla legittimità o meno dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, l’avvocato Corrado Bellora non ha avanzato alcuna richiesta di revoca della misura applicata attualmente al suo assistito.(pa.ba.)