Comitato La Valle d’Aosta riparte: bimodali costosi e inutili
Dopo la trattazione della questione in Consiglio Valle la scorsa settimana, VdA Riparte esprime la sua contrarietà riguardo l'ipotesi d'acquisto di nuovi treni bimodali
«Spiace constatare che anche dopo l’approvazione, nel novembre 2016, della Legge regionale che prevede come primo punto l’elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta, ancora si alzino delle voci, da una parte e dall’altra degli schieramenti politici, perché si proceda con l’ordinazione di nuovi treni bimodali oltre ai cinque già commissionati anni fa e che arriveranno nel corso del 2018» si legge in un comunicato del Comitato. «La scelta, fatta vari anni fa, di realizzare treni che funzionano sia con combustibile diesel sia con alimentazione elettrica è stata fatta nella speranza di evitare la rottura di carico di Ivrea senza elettrificare la tratta valdostana. Invece di fare la scelta risolutiva, l’elettrificazione, si è scelto un taccone molto costoso ed insoddisfacente. Costoso perché un bimodale costa oltre il 30% per cento in più rispetto ad un treno tradizionale ed insoddisfacente perché interviene solo parzialmente sul problema della rottura di carico ad Ivrea, non elimina l’inquinamento dei treni diesel e restringe in modo drammatico la disponibilità di materiale rotabile in grado giungere ad Aosta». «Con i 47 milioni investiti per i primi 5 bimodali e gli ulteriori 30 milioni che si vorrebbero spendere per altri tre si arriva ad una cifra molto vicina al costo dell’elettrificazione della linea, che il progetto preliminare del 2010 ha previsto in 81 milioni di euro». Se invece di imboccare la strada dei bimodali si fosse posto mano con decisione, a partire dal progetto preliminare del 2010, all’elettrificazione oggi i lavori sarebbero in dirittura di arrivo e alla fine del prossimo anno la Regione avrebbe la linea a trazione elettrica in funzione». «Linea elettrica significa eliminazione totale della rottura di carico ad Ivrea, minori costi di esercizio (quasi la metà), azzeramento delle emissioni inquinanti, disponibilità senza limiti di treni e di offerte commerciali particolari. Insistere per acquistare altri bimodali significa boicottare la strada lungimirante tracciata dalla Legge 22/2016 e ripresa con forza dall’Accordo Quadro Regione-Rete Ferroviaria di prossima approvazione. Accordo Quadro che fissa anche tempi stretti per la progettazione definitiva dell’elettrificazione e per i lavori a seguire a carico delle finanze statali (130 milioni di Euro)». «Non si può chiedere soldi allo Stato per elettrificare la linea e nello stesso tempo chiedere soldi per acquistare altri bimodali, prima o poi anche nella distratta Roma qualcuno si porrà delle domande e presenterà alla Regione i conti. Le risorse disponibili vanno concentrate su elettrificazione e materiale rotabile elettrico non certo sui costosi e, fra qualche anno, inutili bimodali».
(re.newsvda.it)