Tunnel Gran San Bernardo: “forse meno di 40 giorni di lavori per un costo di 2 milioni”
Tunnel del Gran San Bernardo, via oggi ai lavori di ripristino della galleria, “che dureranno 40 giorni, ma forse anche qualcosa meno”. E che “costerà 2 milioni”. E’ quanto è stato comunicato ieri sera dai vertici Sitrasb e da quelli regionali alla popolazione della Coumba Freide, accorsa numerosa nella scuola elementare di Saint-Rhémy-en-Bosses.
Programmazione mirata degli interventi, condivisione e comunicazione maggiore: queste le promesse finali del confronto, con le amministrazioni della vallata e la popolazione a esprimere ai vertici della Sitrasb e ai rappresentanti dell’amministrazione regionale le proprie perplessità.
“Abbiamo voluto questo momento per rispondere alle vostre giustificate preoccupazioni e per far luce sulle procedure messe in atto e assolutamente necessarie per ripristinare il tratto danneggiato” ha esordito il sindaco di Saint-Rhémy-en-Bosses Corrado Jordan, “fiduciosi del fatto che si possa riaprire parzialmente, se non definitivamente, prima delle vacanze natalizie”. “L’impresa aggiudicataria ha intrapreso oggi i necessari sopralluoghi e inizierà i lavori domani – ha proseguito Silvano Meroi, neo presidente della Sitrasb, – le procedure legate alla somma urgenza sono state rispettate e sono state guidate dall’assoluta necessità di ripristinare al più presto la viabilità e arrecare meno danni possibili economici al territorio. Ora l’impresa avrà 40 giorni per concludere l’intervento importante che coinvolge 130 metri circa di soletta, lavorando 24 ore su 24”.
“La controparte svizzera aveva proposto la demolizione e il rifacimento integrale della tratta, ma questo avrebbe comportato problemi per l’intero sistema di areazione e tempistiche molto più lunghe e complesse, quindi dopo svariate valutazioni si è optato per il rifacimento del solo tratto coinvolto e della messa in sicurezza del restante”, ha spiegato Federico Caniggia, vice-presidente della Sitrasb.
“Voglio sottolineare che non vi sono state inerzie o ritardi nelle procedure, come insinuato” ha puntualizzato il vice-presidente in seconda Enrico Bich, “la società ha rispettato tutte le tempistiche del caso. I lavori potranno addirittura terminare prima del previsto, anche grazie agli incentivi potremo dare alla società incaricata per ridurre ulteriormente i tempi”.
“Ci rendiamo conto che la chiusura del tunnel abbia comportato notevole disagio al territorio e, visti i risvolti mediatici che la vicenda ha comportato, ci tengo a sottolineare che la gestione della situazione non è stata semplice, ma sia la società sia l’Amministrazione regionale ha fatto tutto quanto possibile per garantire una riapertura celere ma sicura, interloquendo a fondo con le omologhe controparti svizzere per arrivare a intese tecniche adeguate ed il rispetto delle normative” ha precisato Laurent Viérin, presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta.
“A chi chiedeva perché i lavori non siano stati affidati alla ditta che già operava nel tunnel preciso che non si poteva, ci sono procedure specifiche che vanno rispettate, anche in caso di somma urgenza. – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo e ai trasporti Aurelio Marguerettaz -. Inoltre, ai giornali svizzeri che hanno ironizzato sulla situazione, vorrei ribadire che sono stati proprio gli svizzeri a non prendersi la responsabilità di tenere aperto il colle più a lungo, creando ulteriore disagio ai transfontalieri. Da qui in avanti, se saranno proposte condizioni migliori, le porteremo avanti volentieri”.
Le perplessità della popolazione
Alle domande di alcuni partecipanti, tra le quali “Visto che ci sarà un grande costo che ricadrà sulla collettività, e visto che voci insinuano che in 15 anni una manutenzione seria non sia mai stata fatta, di chi è la responsabilità di tutto questo?” e “Perché bisogna sempre aspettare l’incidente per agire?”, Silvano Meroi ha risposto che “le manutenzioni sono state sempre svolte regolarmente secondo i piani, ma in futuro, sicuramente, investiremo su verifiche più dettagliate, inclusi uno studio approfondito dell’invecchiamento della struttura e una progettazione puntuale. Faremo in modo che questa situazione non si verifichi più, potenziando anche la formazione del personale addetto alla manutenzione. Il costo complessivo dell’operazione ammonta a circa 2 milioni di euro, costo che sarebbe stato minore se avessimo ricorso ad un appalto ‘normale’, ma i tempi sarebbero stati sicuramente più lunghi, sia a livello di progettazione sia a livello di intervento”.
Edy Avoyer, doganiere della Cappi Marcoz, ha esternato il suo malcontento suscitando un lungo applauso dei presenti, riferendo di essersi sentito “preso in giro, perché quello che è davvero mancato in tutta questa situazione è stata la comunicazione: siamo stati tenuti all’oscuro di tutto e abbiamo dovuto mentire spudoratamente ai clienti dicendo loro che la riapertura sarebbe avvenuta il 30 novembre. Sono 30 anni che lavoro lì, sono stato anche sindaco di questo paese e ho fatto parte del Cda della Sitrasb e credo che tutto questo sia inaccettabile. In questi ultimi 2 anni il presidente Vittone non si è quasi mai presentato nei nostri uffici, era sotto gli occhi di tutti che c’erano delle difficoltà, è stato più volte segnalato ma nessuno ci ha ascoltati”.
Il sindaco di Etroubles Marco Calchera ha poi richiesto “una comunicazione puntuale di eventuali cambi di data per la riapertura, perché una situazione di incertezza è peggiore di una ‘cattiva notizia”.
Meroi ha quindi replicato dicendo che l’obiettivo è proprio quello di organizzare ulteriori momenti di confronto per “monitorare la situazione e informare la popolazione”. “
La volontà è anche quella di superare i rapporti difficili che si erano creati e di coinvolgere il maggior numero possibile di attori” ha aggiunto Viérin.
(nadine blanc)