Peculato alle Poste: obbligo di firma e sospensione per la direttrice
Gli avvocati di Vincenza Lei sostengono «l'inesistenza dei fatti contestati»; il giudice Giuseppe Colazingari si è pronunciato nel primo pomeriggio decidendo per la sospensione dai pubblici uffici per sei mesi
Una ventina di minuti. Tanto è durato l’interrogatorio di garanzia di Vincenza Lei, 34 anni, direttrice dell’ufficio di Poste Italiane di Doues, accusata di peculato nell’ambito dell’inchiesta condotta dai carabinieri di Valpelline, per la presunta appropriazione di somme di denaro (dai 20 ai 50 euro alla volta) durante operazioni allo sportello.
Nell’interrogatorio tenuto dal giudice Giuseppe Colazingari, i difensori di Lei, gli avvocati Massimiliano Sciulli e Jacques Fosson hanno chiesto la non convalida dell’arresto e la cancellazione della misura cautelare dell’obbligo di firma richiesta dal pm Luca Ceccanti.
Le parole della difesa
«La nostra richiesta si basa sull’inesistenza dei fatti contestati – ha dichiarato all’uscita dal tribunale Massimiliano Sciulli -. L’arresto può essere convalidato solo se ci sono altre motivazioni, ma qui non esiste la fragranza di reato e non esiste il peculato nella sua materialità oggrettiva e soggettiva».
Sciulli ricostruisce i fatti: «Al massimo si può parlare di errori nel conteggio, perché il fermo è avvenuto alle 13, mentre le immagini risalgono alle 10. Anche perché tutte le volte che qualcuno si è lamentato, i soldi sono stati restituiti».
Al legale è stato quindi chiesto se la ricostruzione è compatibile con i 20 euro che la Lei sembrerebbe aver messo nel proprio portafoglio, stando alle immagini della telecamera nascosta installate dai carabinieri con la collaborazione di Poste Italiane. «Questo è un altro discorso e verrà chiarito insieme a molti altri aspetti – ha concluso Sciulli -. Ora attendiamo notizie anche sulla richiesta di interdizione dal lavoro».
La decisione
Il giudice Giuseppe Colazingari ha disposto per Vincenza Lei la misura dell’obbligo di firma e l’interdittiva della sospensione dal pubblico servizio per sei mesi.
(ale.bi.)