Esplosivo: il bosniaco si dice vittima di un complotto
Agan Ramic, arrestato venerdì mattina con oltre due chili di tritolo nascosti in macchina, denuncia una macchinazione della criminalità dell'Est nei suoi confronti
Si è dichiarato vittima di un complotto, Agan Ramic, il 56enne bosniaco arrestato ieri al Traforo del Monte Bianco. Dietro l’autoradio del mezzo guidato dall’uomo, gli agenti della Polizia avevano trovato 2.4 chili di tritolo e due inneschi funzionanti. Ramic è accusato di detenzione e introduzione nello Stato di esplosivi.
Le parole dell’avvocato
Durante l’interrogatorio di oltre due ore condotto dai magistrati aostani Paolo Fortuna e Luca Ceccanti, l’uomo ha respinto le accuse. Secondo quanto sostenuto dal suo legale, Laura Marozzo, il bosniaco si è dimostrato collaborativo. «Il mio cliente ha chiesto che gli inquirenti contattino le autorità bosniache e francesi – ha detto l’avvocato -. Entrambe sono al corrente di situazioni da lui più volte denunciate che riguardano la criminalità dell’est. Ramic è presidente dell’associazione umanitaria Bosna che si occupa di trasportare ex profughi e materiale dalla Francia alla Bosnia. Per il mio cliente, l’esplosivo è stato messo da terzi sul veicolo già in Bosnia, durante il viaggio di andata, per creargli difficoltà».
L’interrogatorio di garanzia di Agan Ramic dovrebbe svolgersi nella giornata di lunedì. L’uomo, che era in viaggio da Annecy alla Bosnia, al momento è recluso nel carcere di Brissogne.
(d.p.)