Pacco sospetto in stazione ad Aosta: «Non poteva esplodere»
CRONACA
di Alessandro Bianchet  
il 19/04/2018

Pacco sospetto in stazione ad Aosta: «Non poteva esplodere»

E' rientrato intorno alle 16 l'allarme bomba scattato poco prima delle due, quando è stato ritrovato un pacco sospetto nei bagni della stazione ferroviaria

Un pacco sospetto «del tutto simile a quelli che si vedono nei film», ma che all’interno non conteneva esplosivo. E’ rientrato intorno alle 16 l’allarme bomba scattato poco prima delle due di pomeriggio alla stazione ferroviaria di Aosta.

Pacco sospetto nei bagni

L’allerta sarebbe stata data da un’inserviente, che durante il turno delle pulizie, ha rinvenuto nei bagni, in prossimità di una vaschetta di scarico dell’acqua, un “parallelepipedo” sospetto, dal quale fuoriuscivano dei cavi elettrici. All’interno si trovava un cellulare, collegato da alcuni fili a una scatola grigia (scambiata per un innesco), il tutto tenuto insieme da del nastro grigio.

L’intervento

Immediatamente allertata la Polfer, sul posto sono intervenuti gli uomini della Mobile di Aosta, scientifica e carabinieri, che hanno deciso di chiamare gli artificieri, arrivati da Torino intorno alle 14.30.
Dopo circa un’ora e mezza di verifiche, durante le quali i treni hanno comunque continuato a viaggiare in orario, con disagi causati ai passeggeri solamente dalla chiusura del sottopasso, il cessato allarme e il pulmino degli artificieri a lasciare piazza Manzetti con in carico il pacco sospetto.
«L’allarme è scattato poco prima delle 14 – racconta il Capo di gabinetto della Questura di Aosta, Augusto Canini -, quando un cittadino ha trovato nei bagni un pacco sospetto, dal quale uscivano dei cavi elettrici. Allertata la Polfer, sono subito intervenuti gli uomini della Mobile e la scientifica, che hanno provveduto a delimitare la zona in attesa dell’arrivo degli artificieri. Eseguito l’intervento tecnico, gli esperti hanno verificato che il pacco non poteva esplodere».

Partite le indagini

Ora partono le indagini. «Sono già in corso – conclude Canini -. Nell’immediato cercheremo di capire chi lo abbia messo e perché: acquisiremo le immagini della zona e speriamo di avere sviluppi già nei prossimi giorni».

(alessandro bianchet)

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