Aosta, giallo per lettera trovata davanti a lapide in ricordo della Resistenza
CRONACA
di Luca Mercanti  
il 25/04/2018

Aosta, giallo per lettera trovata davanti a lapide in ricordo della Resistenza

25 aprile, giallo ad Aosta per una lettera trovata ai piedi della lapide in ricordo della Liberazione e della Resistenza.

Prima della consueta posa della corona sono stati trovati alcuni fogli, fermati da un sampietrino perché non volassero via, il primo dei quali indirizzato a Piero Calamandrei, che plaude alla “democrazia avanzata” realizzata in Germania negli anni successivi alla guerra, dopo aver ripudiato il nazismo, e che poi punta  il dito sulla situazione attuale di una Italia “che sta toccando il fondo”. In conclusione del primo foglio – quello che noi abbiamo potuto leggere -, l’ignoto autore indica la strada della retta via parafrasando la conclusione della famosa epigrafe di Calamandrei impressa nella lapide collocata nell’atrio del municipio di Cuneo: “serve un patto tra uomini decisi a riscattare l’onore e la dignità dell’Italia e dell’Europa attorno a questo monumento, che si chiama RESISTENZA”.

La lettera è stata sequestrata dagli uomini della questura di Aosta. La Scientifica analizzerà il contenuto per cercare di dare un nome all’autore.

Chi era Piero Calamandrei

Fiorentino di nascita, Piero Calamandrei è stato un politico, avvocato e accademico italiano, nonché uno dei fondatori del Partito d’Azione.

Albert Kesserling, criminale di guerra

Processato nel 1947 per crimini di guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue “gravissime” condizioni di salute,  fu messo in libertà. Tornato in patria, fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa, Kesselring ebbe l’impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che – anzi – gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli… un monumento.

“L’avrai camerata Kesserling”

A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, con una famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti), dettata per una lapide “ad ignominia”, collocata nell’atrio del palazzo comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l’avvenuta scarcerazione del criminale nazista.

L’epigrafe afferma:  “Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteridove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire. Ma soltanto col silenzio del torturati più duro d’ogni macigno soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo. Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi collo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA.

(luca mercanti)

 

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