Polizia: con Mercurio tecnologia al servizio della sicurezza
Cinque auto cablate (3 della Questura, una alla frontiera e un’altra del reparto di prevenzione del Crimine), circa 30 mila euro investiti dalla Sitrasb (circa 4 mila euro a macchina), ma soprattutto, una grande risposta in termini di controllo del territorio. Questo, in sostanza, il frutto del protocollo di intesa tra Questura di Aosta, Regione e Sitrasb, che oggi ha portato all’avvio del “Sistema Mercurio”, il progetto che prevede l’installazione di tablet, gps e altri elementi tecnologici sulle auto della polizia.
L’iniziativa: il Sistema Mercurio
L’iniziativa, il cui protocollo era stato siglato già a fine 2017 dall’allora presidente di Sitrasb, Omar Vittone, e dall’ex questore Pietro Ostuni, è stata presentata mercoledì nel salone ducale del Municipio di Aosta. A entrare nei dettagli ci ha pensato Maurizio Vallone, dirigente nazionale del Servizio Anticrimine della Polizia di Stato, che ha parlato di un contesto in cui «la microcriminalità è in diminuzione», ma la percezione è «inversamente proporzionale: un reato colpisce maggiormente rispetto a 10 anni fa». Ed è proprio nell’ottica di «migliorare ulteriormente la prevenzione» che nasce l’idea di Mercurio, un sistema tecnologico che permetterà di «massimizzare gli effetti della presenza di uomini sul territorio», attraverso anche un’opera di «formazione del capitale umano».
Come funziona Mercurio
Il funzionamento di Mercurio è tanto ingegnoso quanto semplice. Sulle auto dotate del sistema (mille in tutta Italia, 38 finanziate da sponsor privati) , infatti, sono stati installati un elaboratore, una stampante (per stampare immediatamente dati senza tornare in ufficio), un gps, una telecamera (in grado di leggere le targhe) e un tablet (che consente l’interrogazione in presa diretta delle banche dati). Tutto questo consente, ad esempio, di controllare immediatamente se un’auto risulta rubata o se è priva di assicurazione, di inviare foto di sospetti direttamente alla centrale operativa o, magari, di localizzare una volante durante un inseguimento.
«Una volta si controllavano circa 700 mila vetture all’anno – sottolinea Vallone -, ora si arriva a oltre 9 milioni: in tre anni abbiamo ritrovato oltre 42 mila auto rubate, tantissime senza assicurazione ed ecco che i 5 milioni di euro finanziati dalla Comunità europea sono già stati abbondantemente ripagati».
I dati valdostani
Uno degli aspetti principali dell’attivazione di Mercurio è il risparmio di tempo da dedicare alla burocrazia. «I dati delle attività di pattuglia, ad esempio, vengono automaticamente riversate sui database» continua Vallone. Considerato che «la redazione di un rapporto di fine turno porta via almeno 20 minuti», questo vantaggio porterà la Valle a godere di «254 servizi volante in più all’anno», che diventano «547» se si considerano i 45 minuti risparmiati in totale grazie alla dotazione di bordo di queste vetture. Insomma, per la Valle si parlerebbe di 2.430 persone controllate in più, 1.700 vetture e un aumento del 1.500% del rinvenimento di auto rubate e non assicurate.
Il futuro
Ma non finisce qui, perché grazie al sistema Mercurio, presto anche in Valle approderà la “Mercurio App” «che consentirà ai poliziotti anche fuori turno di lanciare l’allarme – continua Vallone -, semplicemente premendo un tasto, potendo così comunicare e inviare immagini dal proprio smartphone». A completare il tutto, entro il 2019, arriverà anche uno strumento per il rilevamento «in diretta» delle impronte digitali, la «verifica dell’autenticità dei documenti» e il «riconoscimento facciale». Il tutto, sarà poi completato dall’utilizzo sempre più massiccio di droni «per garantire la sicurezza durante servizi di ordine pubblico, con telecamere direttamente collegate al tablet di Mercurio e da qui alla sala operativa».
Insomma, il futuro è in arrivo: «Ci sarà un grande apporto per questa regione di confine che deve vedere garantita la sicurezza – conclude Vallone -. Questi strumenti possono finalmente convincere la popolazione che la polizia è attenta e presente».
I commenti
Alla giornata di presentazione sono intervenuti anche il Questore di Aosta, Andrea Spinello, il presidente della Regione, Laurent Viérin, il presidente della Sitrasb, Silvano Meroi e il sindaco di Aosta, Fulvio Centoz.
Laurent Viérin ha sottolineato come il «lavoro con le forze dell’ordine» sia proficuo e sempre più «stretto», rafforzato dai «5 milioni di euro investiti per implementare gli impianti di videosorveglianza». Il presidente della Regione evidenzia gli investimenti fatti per «Aymavilles, importante zona di snodo», ma anche per tanti altri «comuni, tutti volti ad aumentare la sicurezza».
Mentre Silvano Meroi ricorda come sia «giusto che una partecipata contribuisca alle spese in materia di sicurezza», il primo cittadino aostano evidenzia le oltre «100 telecamere installate sul territorio comunale» e collegate tutte «con la centrare della polizia locale». Il progetto, però è destinato a crescere, visto che si arriverà al collegamento anche con «la Questura, per garantire un controllo immediato per 365 giorni all’anno e dare una risposta concreta alla popolazione».
(alessandro bianchet)