Corruzione in appalti: Fabio Chiavazza non risponde al gip
Giornata di interrogatori di garanzia al Tribunale di Aosta. Il legale dell'ex responsabile dell'ufficio tecnico di Valtournenche ha chiesto una pena meno afflittivo. «Abbiamo risposto» spiega Corrado Bellora, legale di Adriano Passalenti
Giornata di interrogatori per l’inchiesta “Do ut des”, relativa a un presunto giro di corruzione legata ad appalti pubblici, con epicentro Valtournenche.
Chiavazza non risponde
Di fronte al gip Giuseppe Colazingari, si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabio Chiavazza, l’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Valtournenche, arrestato dai carabinieri della compagnia di Saint-Vincent e Châtillon nella giornata di martedì e presentatosi di fronte al giudice intorno alle 10.30.
«All’interrogatorio il mio assistito ha valutato l’inopportunità di rispondere senza aver visionato il materiale che costituirebbe la prova dei fatti contestati – ha spiegato al termine l’avvocato difensore, Massimiliano Sciulli -. È stata richiesta la revoca della misura (custodia cautelare in carcere ndr.) con sostituzione, subordinatamente, della stessa con altra meno afflittiva, in specie gli arresti domiciliari in Antey-Saint-André».
Sempre secondo il legale, Chiavazza «nega recisamente la sua responsabilità, in relazione ai fatti oggetto di indagine».
A quanto appreso, si è opposto all’istanza il pm che coordina l’indagine, Luca Ceccanti.
Legale di Passalenti: «Attendiamo sviluppi»
«Abbiamo risposto, spiegando le circostanze e ora attendiamo gli sviluppi dell’indagine» ha dichiarato all’uscita del Tribunale di Aosta, invece, l’avvocato Corrado Bellora, difensore di Adriano Passalenti, dirigente Anas, sottoposto a obbligo di dimora e di firma alla polizia giudiziaria.
«Abbiamo respinto gli addebiti e fornito elementi – continua Bellora -. Non abbiamo presentato istanze, aspettiamo che finisca il giro degli interrogatori, poi faremo le nostre mosse».
Legale di Ivan Vuillermin: «Interrogatorio andato bene»
La “sfilata” di fronte al gip si è conlusa in tarda mattinata con l’interrogatorio di Ivan Vuillermin, 44 anni, uno dei soci dell’impresa di Challand-Saint-Victor, Edil vu, finita nel mirino degli inquirenti con l’ipotesi di aver corrotto l’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Valtournenche: 50 mila euro in cambio di lavori.
«L’interrogatorio è andato bene» ha sottolineato il legale Antonino Fava di Torino, che difende l’indagato insieme alla collega Maria Luisa Bravo di Ivrea -; il cliente «ha dato tutte le giustificazioni che doveva dare. Ho chiesto – ha concluso l’avvocato -, quantomeno che potesse andare nei cantieri per adesso, in modo da dare modo al dottor Colazingari di fare il lavoro che deve fare».
Gli altri interrogatori
Gli interrogatori di garanzia proseguiranno la prossima settimana, quando compariranno davanti al gip Loreno Maurizio Osvaldo Vuillermin, Renza Dondeynaz (tutti e due di Challand-Saint-Victor), Stefano Rossi di Piacenza, Rosario Andrea Benincasa di Caravacio di Torino e l’ingegnere Corrado Trasino di Aosta.
L’inchiesta
Ricordiamo che l’inchiesta, scattata a seguito del rifiuto di un imprenditore edile di pagare una seconda tangente, vede gli inquirenti, guidati dal pm Luca Ceccanti e dal procuratore capo Paolo Fortuna, ipotizzare «una serie di condotte illecite – per andare con le parole del Comandante del Gruppo carabinieri Aosta, Colonnello Emanuele Caminada – al fine di favorire le proprie cerchie di amicizie (il riferimento è alla posizione di Chiavazza, ritenuto figura chiave dell’inchiesta ndr.) e gli imprenditori da cui ha percepito utilità».
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le mazzette girate in cambio di lavori ammonterebbero a circa 70 mila euro.
Ricordiamo che oltre a Chiavazza gli indagati sono 15, con misure cautelari prese nei confronti di tre imprenditori (arresti domiciliari) e quattro professionisti (obbligo di dimora e di firma).
(re.newsvda.it)