Chiusura Garderie Ape Luna Aosta, i genitori: presi in giro dal Comune di Aosta
«Siamo stati presi in giro dalle istituzioni, dal Comune di Aosta». E’ la dura accusa che i genitori dei bambini frequentanti la garderie l’Ape Luna di Aosta lanciano nei confronti dell’amministrazione comunale cittadina.
Non parteciperanno alla riunione della terza Commissione di oggi, martedì 4 dicembre, i genitori dei bambini degli asili nido del comune di Aosta. A spiegarne le ragioni, in una lunga lettera inviata al presidente della Commissione, Vincenzo Caminiti, sono i portavoce dei genitori Daniela Belziti e Natalino Iamonte.
L’amarezza
Amarezza e disillusione: è quanto emerge dalla lettera con cui i portavoce giustificano la loro assenza dalla riunione della terza Commissione, che aveva come unico punto all’ordine del giorno l’apertura di un tavolo di confronto sui servizi alla prima infanzia. «Ci chiedete, oggi, di portare in quest’assemblea il nostro punto di vista in modo da poterlo tenere in considerazione ma le famiglie non trovano nessun tipo di risposta nelle soluzioni che il Comune, con il denaro pubblico nella quasi totalità di provenienza regionale, propone con i suoi intoccabili asili nido flessibili». Una riunione che i genitori ritengono ormai inutile «Abbiamo speso energie, sottratto tempo prezioso alle nostre famiglie e al lavoro per essere presenti nei vari incontri, per parlare con quante più persone possibili, per far sentire la nostra voce ma tutto è stato vano e riteniamo inutile perdere ulteriore tempo».
La chiusura
Il servizio di garderie, gestito dalla cooperativa La Sorgente, chiuderà i battenti a fine anno. Durante la riunione di oggi i genitori avrebbero chiesto nuovamente «di tenere presente tutti i tipi di famiglia; di permettere ad ogni madre di conciliare il tempo tra famiglia e lavoro – continua la lettera -. Avremmo criticato ancora una volta la scelta che il Comune ha fatto e che, pur soddisfando una parte di esigenze della popolazione, non rispondono a chi necessita di una vera flessibilità. Avremmo accusato nuovamente chi di dovere di aver scelto la strada più antieconomica e antidemocratica possibile».
Le accuse
Nella lettera al presidente Caminiti i cittadini riversano la loro rabbia nei confronti di un’amministrazione che «non si guarda intorno per capire che il mondo è cambiato». I genitori si dicono arrabbiati «per esserci sentiti presi in giro da Istituzioni che hanno parlato per mesi di soluzioni quando sapevano che le decisioni erano già state prese a luglio con la soppressione del capitolo garderie», ma anche «per non aver avuto un accesso ai dati in maniera diretta e trasparente e aver riscontrato non poche anomalie in quelli forniti».
Il ricorso a servizi privati
In chiusura, le famiglie dei 20 piccoli utenti della garderie, comunicano al presidente la loro decisione di rivolgersi a servizi privati. «Per noi si apre la strada del privato, che si è rivelato più attento e pronto ad accogliere le nostre richieste, pur senza indagini di mercato, senza commissioni e tavoli tecnici, semplicemente non mettendo la testa sotto la sabbia, guardando in faccia ad una realtà che è nostra, ma che dovrebbe conoscere molto bene anche chi ci governa».
(simona campo)