Disastro aereo: La Thuile proclama il lutto cittadino
Una parte della carcassa dell'ultraleggero
CRONACA
di Alessandro Bianchet  
il 01/02/2019

Disastro aereo: La Thuile proclama il lutto cittadino

La decisione del sindaco Mathieu Ferraris è per sabato 2 febbraio, al fine di manifestare il cordoglio del paese per le sette vittime della tragedia

Giornata di lutto cittadino, sabato 2 febbraio, a La Thuile, a seguito del tragico disastro aereo sul Rutor, avvenuto nel pomeriggio di venerdì 25 gennaio e costato la vita a sette persone.

Proclamato il lutto

A proclamarlo, nella giornata di venerdì, il sindaco thuillein Mathieu Ferraris, che ha deciso di «esprimere ai familiari, agli amici e ai colleghi delle vittime, amanti della montagna e del nostro territorio alpino, il più profondo senso di cordoglio».

Comunità attonita

Alla base della decisione, anche il «sentimento di cordoglio di tutti i cittadini di La Thuile, profondamente colpiti dal tragico evento», che ha spinto l’amministrazione comunale a «manifestare in modo tangibile lo sconforto» per una «tragedia che ha lasciato attonita l’intera comunità».

Bandiere a mezz’asta

Tutto questo sentimento porterà quindi a proclamare il lutto cittadino per l’intera giornata di sabato, con tanto di «esposizione delle bandiere del Comune a mezz’asta». Il sindaco, inoltre, invita anche «la cittadinanza, le istituzioni», le varie associazioni del territorio e i «titolari di ogni genere di attività» a «manifestare» il cordoglio «nelle forme ritenute più opportune».

Via libera ai funerali

La decisione del Comune di La Thuile è arrivata a seguito del via libera della procura di Aosta ai funerali delle sette vittime.

Le autopsie svolte all’ospedale di Aosta hanno confermato la morte per politrauma.

La tragedia

Ricordiamo che il disastro, avvenuto nel pomeriggio di venerdì 25 gennaio sul ghiacciaio del Rutor, nel Comune di La Thuile, a circa 2.600 metri di altitudine, ha coinvolto l’ultraleggero proveniente da Megève (Francia), FPMGV, modello Jodel D-140F, e l’elicottero AS350B3 I-EDIC della società Gmh di Courmayeur. Il bilancio finale è di sette morti e due feriti.

Secondo le prime ricostruzioni del pm Carlo Introvigne, che guida l’inchiesta condotta dal Soccorso alpino della Guardia di Finanza e dai carabinieri, l’aereo sarebbe stato in fase di atterraggio e non avrebbe pronunciato il cosiddetto “messaggio all’aria”, centrando in pieno l’elicottero in fase di decollo.

Le vittime

Nello spaventoso incidente sono morti il pilota dell’elicottero, il toscano Maurizio Scarpelli, di 53 anni, la guida alpina che lo accompagnava, Frank Henssler (49), tedesco trapianto a Gressoney-La-Trinité e gli altri passeggeri del velivolo, i coniugi tedeschi Christoph Jakob e Sattler Ingrid Jakob (entrambi 58 anni) e l’imprenditore bavarese Maximilian Karl Ludwig Schierer (48), socio di una squadra di hockey (gli Straubing Tigers) che milita nella massima divisione del campionato tedesco.

L’unico sopravvissuto è stato il tedesco di 34 anni, ferito, Martin Werner. L’uomo si è salvato al pari del pilota e istruttore di volo francese, Philippe Michel (64), che si trovava sull’aereo partito da Mégève insieme a due allievi, il belga Arnaud Goffin (51) e il francese Bruno Marais (59), entrambi deceduti.

Le indagini

Intanto, proseguono le indagini, che vedono unico indagato Philippe Michel, accusato di disastro aereo colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato.

Il 64enne francese è ancora ricoverato all’ospedale Parini di Aosta e risulta sottoposto a fermo, con tanto di piantonamento, nel reparto di rianimazione, in attesa dell’esito del ricorso presentato dal suo legale, Jacques Fosson.

L’avvocato del foro di Aosta, infatti, si è rivolto al tribunale del Riesame di Torino per impugnare il provvedimento di convalida dell’arresto, emesso dal gip di Aosta, Giuseppe Colazingari, nella giornata di martedì 29 gennaio, a seguito dell’interrogatorio di garanzia.

«Non esistono i presupposti»

«Riteniamo – ha commentato Fosson – che non ci siano i presupposti per la richiesta di custodia cautelare in carcere». L’avvocato difensore torna anche a ribadire che «il mio cliente si è avvalso della facoltà di non rispondere perché non è nemmeno in grado di rispondere».

(al.bi.)

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