Consiglio Valle, I Commissione approva modifiche testo di legge elezioni
Scrutinio segreto, preferenza unica, riduzione del numero delle firme per la presentazione di liste e aumento della preferenza di genere. Queste le novità del nuovo testo coordinato tra due proposte di legge per l’elezione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta.
Parere favorevole a maggioranza (astenuti i consiglieri unionisti Rollandin e Farcoz, Marquis – Stella Alpina – e Restano – PnV – è stato espresso questa mattina, lunedì 4 febbraio, dalla prima Commissione “Istituzioni e Autonomia”, sul testo che prevedeva il mantenimento dello scrutinio centralizzato dei voti (presentato a suo tempo da Emily Rini, gruppo Misto), e da Alberto Bertin (IC) e Luciano Mossa (M5S) che introduceva la preferenza unica e il riequilibrio della rappresentanza di genere.
«La Prima commissione ha mantenuto l’impegno che si era assunta nel mese di dicembre di licenziare, entro la fine di gennaio, una proposta di legge elettorale che contenesse i punti principali condivisi trasversalmente dai vari gruppi consiliari, in particolare quelli tendenti a garantire la non controllabilità del voto e cioè la preferenza unica e lo spoglio centralizzato – riferisce la presidente della prima Commissione, Patrizia Morelli (Alpe). – Per quanto riguarda la rappresentanza di genere, si è convenuto inoltre un aumento al 35% di presenza nelle liste di candidati di genere diverso.»
«E’ stata concordata anche la riduzione del numero di firme per la presentazione delle liste ed è stata ampliata la platea dei soggetti certificatori, al fine di favorire la partecipazione democratica – prosegue Morelli – . La Commissione si è assunta inoltre l’impegno di approfondire successivamente la praticabilità del voto elettronico».
Rispetto alla procedura sperimentale con la quale si è votato nel 2018, l’attuale proposta prevede che lo spoglio centralizzato avvenga in otto poli e non più in quattro come in precedenza.
Resta invariato il quorum per il premio di maggioranza: per avere 21 seggi su 35 bisogna raggiungere il 42% dei voti. Gli autonomisti avrebbero voluto abbassarlo al 37,5%.
«E’ evidente che la legge elettorale richieda l’approfondimento di altri temi, in particolar modo la governabilità – conclude la presidente -. Oggi, l’obiettivo era la chiusura di un testo minimo che rispondesse al principio della segretezza del voto. Il lavoro sulla legge elettorale proseguirà. La Conferenza dei capigruppo, che si riunirà martedì 5 febbraio, deciderà sull’eventuale iscrizione, in via d’urgenza, per il Consiglio già convocato domani, anche alla luce degli approfondimenti richiesti dai commissari astenuti».
(re.newsvda.it)