Corruzione VdA: le reazioni di Adu, Rete civica e Jeune Vallée d’Aoste
All'indomani della sentenza che ha condannato per corruzione il consigliere del Leone rampante e vicepresidente del Consiglio Augusto Rollandin a 4 anni e 6 mesi di carcere.
Adu parla di fine di «fine di un dominio» all’indomani della sentenza che ha condannato per corruzione il consigliere del Leone rampante e vicepresidente del Consiglio Augusto Rollandin a 4 anni e 6 mesi di carcere.
Così Adu. «Alla fine, solo i ripetuti provvedimenti della magistratura hanno posto fine al dominio di Rollandin sulla società valdostana. Non l’autocritica dei partiti e movimenti politici né la riflessione dell’elettorato, ma l’intervento dei giudici». Ecco l’auspicio. «Sarebbe auspicabile che chi in, questi lunghi e tristi anni, ha giovato del potere di Rollandin, diventando sindaco, assessore, consigliere regionale, membro di CdA tacesse e cogliesse l’occasione per un sincero momento di autocritica. Rollandin era il simbolo del malgoverno valdostano, ma non ha fatto tutto da solo; senza un radicale mutamento del quadro sociale e politico della Vallée, un altro “Imperatore” prenderà il posto di Augusto. Servono certezza del diritto e un generale ricambio della classe politica».
Rete civica
Prende posizione anche Rete civica. «La maggioranza, sostenuta da una consigliera di opposizione, aveva impedito per un soffio l’approvazione della mozione che invitava il vicepresidente del Consiglio a rimettere l’incarico; ora è stato condannato a 4 anni e 6 mesi, oltre che all’interdizione dai pubblici uffici. Ancora una volta le istituzioni valdostane si segnalano per l’imprevidenza con cui vengono scelte le persone per cariche di grande rappresentatività».
Prosegue la nota. «Non è la prima volta che Rollandin viene processato e condannato, ma questa sentenza arriva a coronamento di un declino politico e può segnare la chiusura di una storia ultratrentennale che ha condizionato pesantemente la politica valdostana. Consapevole che il sistema di potere costruito è ramificato e ha messo radici profonde, Rete Civica ritiene necessario promuovere il risanamento del rapporto tra cittadini e politica anche attraverso riforme e azioni utili ad affrontare i tanti problemi irrisolti e rimettere in moto l’attività amministrativa paralizzata dall’instabilità e dai giochi di potere».
Jeune Vallée d’Aoste
Duro il commento di Jeune Vallée d’Aoste. «Il 28 marzo 2019 passerà – forse – alla storia come la caduta dell’Imperatore. Ma non dell’impero. Il sistema di potere e di controllo oppressivo dell’Union Valdôtaine permane ancora. Un gran numero di delfini ed eredi di Rollandin è cresciuto in questi anni; queste persone, preparandosi a rinnegare il loro mentore, bramano a ereditare la struttura creata da ”Testone” . Ma Rollandin non ha agito da solo, ha agito come boss indiscusso dell’Union Valdôtaine; pochissimi lo hanno messo in discussione, per poi esserne eliminati. Perché Rollandin faceva comodo a tanti, faceva comodo a tutti nell’Union Valdôtaine. Ora è diventato il capro espiatorio, ma non dimentichiamoci delle decine, centinaia di persone che hanno lavorato con lui e per lui, e che continueranno a volerne imitare metodi e risultati. La Jeune Vallée d’Aoste continuerà la battaglia per ridare Libertà ai Valdostani».
(re.newsvda.it)