Concorso ginecologi: l’Usl si costituisce parte civile
Il gup Giuseppe Colazingari ha rinviato l'udienza al 19 giugno
L’Usl della Valle d’Aosta si è costituita parte civile nell’udienza preliminare relativa all’inchiesta sul concorso per medici ginecologi promosso dall’azienda sanitaria nella primavera del 2018. L’avvocato Corinne Margueret asisterà l’azienda. Sei le richieste di rinvio a giudizio.
Il gup Giuseppe Colazingari ha rinviato l’udienza al 19 giugno, quando i sei imputati avranno la possibilità di chiedere un rito alternativo, come il giudizio abbreviato. Sono accusati di concorso in abuso d’ufficio e di concorso in rivelazione di segreti d’ufficio il direttore della struttura di Ostetricia e ginecologia, Livio Leo, di 56 anni, che era presidente della commissione giudicatrice del concorso, Enrico Negrone (59), medico in Piemonte e membro della commissione. Chiesto il rinvio anche per i candidati che avevano superato la prima prova scritta, poi annullata dall’Usl: Veronica Arfuso, Andrea Capuano, Francesca Deambrogio e Riccardo Fiorentino.
Per il pm Luca Ceccanti erano stati favoriti proprio loro, che conoscevano Leo e che con lui avevano già curato pubblicazioni scientifiche. Erano stati gli unici a superare la prova contestata, dalla quale erano rimasti esclusi altri tre ginecologi. L’ipotesi di abuso d’ufficio riguarda la presunta violazione della legge in merito alla tipologia di prova scelta, che sarebbe dovuta consistere in una serie di quesiti a risposta aperta e non in un test con 50 domande a risposta multipla. La rivelazione di segreto d’ufficio riguarda l’ipotesi che le domande fossero arrivate prima della prova ai quattro candidati imputati, che avevano realizzato punteggi attorno a 27/30. A gennaio la Corte di cassazione aveva disposto per Leo la sospensione per sei mesi della possibilità di essere nominato membro di commissione per altri concorsi. L’inchiesta era partita da un esposto dell’allora assessore Emily Rini.
(re.newsvda.it)