Casinò, Frigerio condannato perché «120 milioni di soldi pubblici sono stati sottratti a finalità prioritarie»
Il presidente del Tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, ha depositato le motivazioni della sentenza con cui era stato condannato l'ex au del Casinò, Luca Frigerio
È paragonabile a un macigno la condanna che, il 27 marzo, aveva colpito l’ex au del Casinò di Saint-Vincent Luca Frigerio. Il Collegiale composto da Marco Tornatore, Eugenio Gramola e Maurizio D’Ambrusco aveva condannato l’imputato a 4 anni di reclusione e al pagamento di un risarcimento da 120 milioni di euro a favore della Regione, parte civile nel processo.
Nell’ambito del processo sui 140 milioni di euro di finanziamenti erogati dalla Regione a favore del Casinò, Frigerio era stato l’unico imputato a essere rinviato a giudizio. Infatti, la richiesta dei suoi legali di procedere con rito abbreviato condizionato era giunta in un momento successivo. Gli altri imputati – tra cui l’ex au del Casinò Lorenzo Sommo, gli ex assessori alle finanze Mauro Baccega ed Ego Perron, e l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin – erano stati tutti assolti dal gup Paolo De Paola al termine di un rito abbreviato; nei confronti di quest’ultima sentenza, la Procura aostana – coordinata dal procuratore capo Paolo Fortuna – ha deciso di ricorrere in Appello.
L’inchiesta era stata condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal sostituto procuratore Eugenia Menichetti.
La pena
Per i giudici del Tribunale di Aosta, a fronte di quanto emerso nel procedimento, «va pronunziata condanna per i falsi in bilancio relativi agli anni 2013 e 2014 (per quello del 2012 il reato è prescritto ndr) e per tutte le contestate ipotesi di truffa (relative ai finanziamenti erogati dalla Regione a favore del Casinò ndr)». Secondo quanto si legge nelle motivazioni depositate dal presidente del Tribunale (Gramola), i reati sono stati commessi «al fine di alterare la verità sulla situazione economica del Casinò e giustificare quindi l’erogazione di finanziamenti che consentivano la sopravvivenza di un’attività che, diversamente, sarebbe stata sottoposta a procedura fallimentare».
Frigerio «non merita le attenuanti generiche»
Oltre a incassare l’aggravante fondata sull’entità del danno cagionato alla Regione (120 milioni di euro), «Frigerio non merita, in alcun modo, le attenuanti generiche».
In primo luogo, per i giudici aostani, il danno prodotto «ha comportato che ben 120 milioni di euro di denaro pubblico sono stati sottratti a finalità ben prioritarie (quali sanità e trasporti) rispetto al ritardare lo stato di insolvenza di una Casa da gioco».
In aggiunta, le condotte contestate sono state reiterate nel tempo e «si appalesano sempre più sfrontate mano a mano che le perdite del Casinò si aggravavano». In particolare, secondo i giudici, le condotte poste in essere da Frigerio sono caratterizzate da un «carattere particolarmente insidioso»; questo perché nemmeno la società di revisione contabile era riuscita a formulare una valutazione degli elementi portati a giustificazione di una previsione di ritorno agli utili della società. Il presidente Gramola specifica che, le conseguenze del reato «non hanno nemmeno portato al risanamento, pur senza restituzione delle somme erogate, del Casinò che, viceversa, è oggi sottoposto a procedura concorsuale». Infine, l’imputato non avrebbe manifestato nessuna «forma di pentimento o resipiscenza».
I bilanci falsi
Mentre la questione relativa al bilancio 2012 è prescritta, Gramola evidenzia la «speciale gravità» di quanto avvenuto con il bilancio 2013 (il reato si prescriverà il prossimo 23 luglio). Questo, infatti, «è stato alterato, occultando oltre 16 milioni di euro di perdite, postando all’attivo imposte anticipate che ben si sapeva non avrebbero – per nulla – potuto essere mai recuperate in quanto il Casinò, operante su un mercato particolarmente e più specificamente colpito dalla generale grave crisi economica, mai avrebbe potuto produrre altro se non ulteriori perdite».
Secondo i giudici, «anche il bilancio del 2014 è falso». Infatti, «con una condotta spregiudicata degna di miglior causa, Frigerio, pur a fronte del perdurare di un trend fortemente negativo nel settore del gioco d’azzardo, e del perdurare, per l’effetto, anche delle gravi perdite della società, che pure, pacificamente, alla fine del 2013 aveva terminato i costosissimi lavori di ristrutturazione intrapresi, pur in assenza di accordi sindacali che consentissero un reale risparmio sul costo del lavoro, sulla base di proiezioni manifestamente edulcorate, formulate senza nemmeno un tentativo di indicazione degli indicatori economici sulla base dei quali esse erano state formulate, si sono iscritte all’attivo del bilancio oltre 22 milioni di imposte anticipate, con il risultato di far apparire che le perdite fossero meno della metà di quelle effettive».
Piani industriali «si caratterizzavano per il loro spessore esclusivamente cartaceo»
«I piani industriali redatti dal Casinò – secondo i giudici – si caratterizzano, in sostanza, per il loro spessore esclusivamente cartaceo». Nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ex au, Gramola sottolinea il «contenuto artificioso e fuorviante, finalizzato manifestamente e – certo consapevolmente – a creare un’apparenza tranquillante e prospettive di ripresa e sviluppo quanto meno surrealiste».Le predizioni di ripresa del Casinò presenterebbero «una manifesta, grossolana incongruenza. Un’incongruenza verificabile anche con un semplice esame dei pur articolati piani industriali, che moltissimo indicano in ordine ai lavori di ristrutturazione da svolgere, agli interventi diretti a incrementare la produttività, peraltro genericamente esposti o, quando specifici, relativi a punti marginali, ma che omettono completamente di indicare perché mai gli interventi previsti avrebbero dovuto generare i positivi effetti indicati da Frigerio, numericamente determinati su una sola vera base: la totale arbitrarietà».
In foto, Luca Frigerio.
(f.d.)