Consiglio Valle: le dimissioni di Restano bloccano i lavori
Nessuno dei 74 punti all'ordine del giorno è ancora stato affrontato
74 punti all’ordine del giorno ma le dimissioni di Claudio Restano bloccano i lavori. La presa d’atto delle dimissioni dalla carica di segretario del Consiglio Valle Claudio Restano innesca in aula una discussione fiume. Le europee, la governabilità, una nuova riforma della legge elettorale e i cambi di casacca sono stati tra gli argomenti più ricorrenti negli interventi.
Punta sulla governabilità Chiara Minelli «la proposta di legge è stata fatta per garantire alla Valle d’Aosta la governabilità. Saranno poi i cittadini a decidere. Qui si tratta di pensare a paradigmi diversi per uscire dallo stallo». «Non vogliamo entrare in maggioranza, non chiediamo posti in Giunta né di sottogoverno: chiediamo atti concreti e perseguibili entro un anno per poi andare a elezioni, sulla base di un sistema totalmente nuovo. C’è chi parlerà di puntello, di soccorso rosso alla maggioranza, ma non è così: non c’è nessun attaccamento alle poltrone, la nostra è una proposta che riteniamo di buon senso e di alto profilo. Possiamo, nei prossimi mesi, lasciare un segno duraturo di cambiamento strutturale, sarebbe un segno importante per i cittadini».
Alcuni interventi
Per Daria Pulz (Adu) «sviolinare a destra e pure a manca quando i problemi da risolvere sono tanti non è accettabile. Sono sempre più insofferente a questo modo di fare politica. La riforma della legge elettorale mi sembra proprio una bella scusa per tirare a campare. Il vero problema è il ricambio totale della classe politica. Parla di «consiglieri come mine vaganti prive di «punti di riferimento. Da parte nostra appoggeremo le proposte intelligenti e utili da dovunque esse provengano. La questione della governabilità non si risolve con il maggioritario. Questa soluzione, sulla quale discuteremo fino allo sfinimento, di fatto vuole sacrificare la rappresentanza».
Elso Gérandin (Mouv’) va all’attacco. «In questo Consiglio c’è sempre più bisogno di trasparenza, di lealtà e di coerenza». Ricorda a Fosson la promessa di andare a casa se la maggioranza fosse venuta meno. «Lei, presidente, dovrebbe dimettersi perché non ha più i numeri. Il bene dei valdostani è aprire la crisi politica». A Rete civica ricorda il mantra: «mai in maggioranza». «Il vostro è solo un escamotage, forse il vostro è sovranismo».
Evoca il «ni droite ni gauche» Jean Claude Daudry (Uvp) per rivendicare il principio degli autonomisti «che non abbracciano ideali né di destra né di sinistra. Nessuno di noi può permettersi di portare la croce di poltronisti. Qui le poltrone sono 35. In 17 non si governa. In un lasso di tempo ragionevole sapremo se ci saranno le condizioni per andare avanti. Se non ci sarà la possibilità affronteremo le elezioni senza paura».
Emily Rini (Fv). «Viviamo in uno spirito continuo di campagna elettorale e questo non fa bene alla comunità. Le persone chiedono risposte. Confrontiamoci con il mondo delle partite Iva, per citare una categoria. Torniamo nel mondo reale. Nulla è cambiato dal 10 dicembre quando abbiamo messo in piedi un programma per dare soluzione ai problemi. Noi, di Fv che guardiamo al centrodestra, avremmo potuto saltare sul carro del vincitore. Avrei potuto chiedere le elezioni anticipate con una bella coalizione che avrebbe potuto riportarmi a Palazzo. Invece no perché oggi bisogna essere responsabili. Tutti insieme dobbiamo trovare una ‘medicina’ per impedire che quanto avvenuto in questi ultimi anni non accada più».
Augura buona fortuna e lunga carriera a Restano l’assessora Chantal Certan (Alpe) «che sia nel Mouv’ o che sia nella Lega»
(danila chenal)