Forte di Bard: Iva non corrisposta, chiesta l’archiviazione
La procura chiede l'archiviazione per il Forte di Bard per dichiarazione infedele
Presunta evasione dell’Iva: la procura chiede l’archiviazione per il Forte di Bard per dichiarazione infedele. Il fascicolo aperto dopo una segnalazione dell’agenzia delle entrate su una presunta evasione dell’Iva da parte dell’Associazione Forte di Bard. L’istanza del pm Luca Ceccanti arriva a seguito della pronuncia del tribunale del Riesame, che il 10 settembre scorso aveva dissequestrato i conti dell’Associazione e un immobile dell’ex consigliere delegato Gabriele Accornero.
Così nella motivazione. «La fattispecie oggetto del presente procedimento è estremamente articolata e, indiscutibilmente, la presenza di significative attività commerciali svolte dall’associazione, peraltro anche negate dal giudice del gravame, costituiscono una rilevante anomalia in presenza di un ente che dovrebbe svolgere esclusivamente un’attività non lucrativa di un bene di rilevante interesse architettonico e storico».
Per i giudici del Riesame, i 13 milioni di euro stanziati dalla Regione dal 2013 al 2017 a favore dell’Associazione Forte di Bard non sono corrispettivi – come sostengono procura e agenzia delle entrate – ma contributi a fondo perduto, di conseguenza non può essere applicata l’Iva.
La vicenda
Secondo la Procura di Aosta, l’Associazione Forte di Bard, formalmente una no-profit, svolgeva attività commerciali e quindi non rispettava alcune disposizioni dello Statuto, che sono condizione per beneficiare del regime fiscale agevolato. Di conseguenza i circa cinque milioni di fondi ricevuti, anche pubblici (quindi regionali), non erano contributi ma erogazioni corrispettive e quindi un imponibile sottoposto al pagamento dell’Iva.
Non condividendo la tesi degli inquirenti, gli avvocati del Forte e di Accornero si erano rivolti al Tribunale del Riesame.