‘ndrangheta, un pentito: «Il Locale in Valle d’Aosta esiste da una vita»
Le dichiarazioni agli inquirenti di un collaboratore di giustizia
Un pentito: «Bruno Nirta mi disse che il Locale in Valle d’Aosta esiste da una vita». A quasi un anno dall’operazione Geenna, Gazzetta Matin riporta le dichiarazioni alla DDA di un collaboratore di giustizia del 2016.
Gli inquirenti ritengono i racconti «attendibili», ma questi devono ancora essere valutati dai giudici in fase processuale.
Bruno Nirta è imputato nell’ambito del processo Geenna. Il 17 gennaio, prenderà il via l’udienza preliminare relativa alla sua posizione.
La ricostruzione
«Bruno Nirta mi disse che esisteva una locale in Valle d’Aosta da molto tempo, usò l’espressione “da una vita”. Di questa locale facevano parte i suoi cugini. Mi fece i nomi, ma ora non li ricordo» riferisce l’uomo ai pm il 28 luglio 2016.
Il 7 ottobre dello stesso anno aveva aggiunto: «Posso dire che i due cugini di cui mi parlava Bruno Nirta, indicandoli come appartenenti alla locale di Aosta, sono i fratelli Di Donato».
I pentito, inoltre, racconta agli inquirenti che «per quel che so io, per averlo appreso da Bruno Nirta e Giuseppe Nirta, loro non commettono reati in Valle d’Aosta, perché dopo le recenti (siamo nel 2016, ndr) iniziative della magistratura e i sequestri che sono stati fatti lo considerano un posto “bruciato”».
L’uomo avrebbe scelto di collaborare per via di una vicenda di droga. «Mi sono messo nei guai. Ho raccontato a Bruno Nirta e ad altri una marea di palle per sopravvivere. […] Non sapevo come fare a restituire questi soldi, ho capito di essere in pericolo di vita».
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(fe.do.)