Aosta: ecco la strategia per la città del 2030
Quattro visioni, 12 strategie e 6 spazi della città da trasformare caratterizzano il Piano Strategico Aosta 2030, presentato alla Cittadella e che da mercoledì sarà 'consegnato' alla politica.
Aosta: presentato il Piano Strategico 2030.
Quattro visioni, 12 strategie, 6 spazi della città non del tutto svelati (lo saranno da mercoledì, ma si intuiscono lo stadio Puchoz e la zona dell’Arco d’Augusto, ndr) per un’ipotesi di trasformazione della città di Aosta.
E’ il Piano Strategico Aosta 2030, «elaborato per dare una visione potente del futuro e per il quale la parola da oggi passa alla politica» – ha commentato il coordinatore del Piano Strategico Patrick Thérisod che stasera, alla Cittadella dei Giovani, lo ha presentato insieme ai suoi collaboratori, con una serie di speech dinamici e con le quattro visioni e strategie sapientemente raccontate dagli attori della compagnia teatrale Palinodie.
Gli obiettivi
«Cambiare la città sotto il denominatore della competitività è la missione da perseguire con tre grandi obiettivi – ha commentato Patrick Thérisod -. Intanto costruire e pensare immagini coraggiose e contemporanee della città; in seconda analisi narrare la città attuale e futuro e infine, attraverso i cittadini, cambiare la città.
Sperimentare è il primo passo: capire e leggere i cambiamenti con coraggio, anche con il rischio di sbagliare.
Altro concetto cardine sarà immaginare: ovvero ipotizzare scenari, domandandosi cosa succederebbe se…?
E infine osare, «per un piano senza limiti, osare dove altri non lo hanno fatto».
Thérisod ha spiegato che «il Piano «deve fare delle scelte, una città per tutti è una città per nessuno».
Un Piano sostenibile
«Il Piano Strategico Aosta 2030 guarda la città dall’alto – ha commentato Luca Ballarini, fondatore di Torinostratosferica, il progetto di branding e city imaging del capoluogo piemontese – occupandosi della città fisica, dei suoi spazi, delle sue piazze e parchi. Ma il Piano deve misurarsi con il continuo cambio d’uso degli spazi, con l’iper regolazione degli spazi pubblici e anche con gli spazi abbandonati – ha spiegato – senza dimenticare la competitività e la sostenibilità.
Siamo sempre più di fronte a città cosiddette liquide, che cambiano rapidamente identità – ha commentato l’esperto di branding e city imaging -. Si parla di sostenibilità ambientale, ma anche di sostenibilità tra persone e città, tenendo conto delle nuove tendenze di pianificazione, del coinvolgimento dei cittadini e attraverso il visioning».
Le quattro visioni
Sono quattro le visioni tratteggiate dal Piano Aosta 2030: una città che si nuove, una città che si rigenera, una città che si fa più bella e una città che si racconta.
Le 12 strategie
Gli attori della compagnia teatrale Palinodie Stefania Tagliaferri, Francesca Zanin e Andrea Cazzato hanno raccontato, accennando a qualche curioso dettaglio (è il caso ad esempio, dell’ipotesi di piazza San Francesco trasformata in giardino botanico della scuola San Francesco, ndr) alle dodici strategie ipotizzate dal Piano Strategico:
Strategia 1: Aosta a piedi, con un centro pedonalizzato.
Strategia 2: ingressi in città, riprogettazione delle quattro porte d’accesso alla città.
Strategia 3: parcheggi periferici e mezzi pubblici gratuiti.
Strategia 4: piste ciclabili.
Strategia 5: mobilità integrata per fare sparire il paradigma una macchina-una persona.
Strategia 6: riportare la natura in città.
Strategia 7: fermare la cementificazione, Aosta 2030 sarà a consumo zero di suolo.
Strategia 8: dare un futuro alle periferie.
Strategia 9: riappropriarsi delle piazze.
Strategia 10: arredo urbano, per una operazione orientata al bello.
Strategia 11: Aosta, città Alpina che si racconta, Aosta città con la Pila.
Strategia 12: Aosta capace di viaggiare nel tempo, la Storia per parlare al futuro.
La visione di Emilio Casalini
La presentazione del Piano Strategico Aosta 2030 si è aperta con la riflessione a tema turismo di Emilio Casalini, giornalista, autore del libro ‘Rifondata sulla bellezza’ e conduttore della trasmissione di Rai 3 Generazione Bellezza.
Il suo invito è stato a «muoversi come le foglie, tante, libere, essendo noi gli alberi» e riferendosi a un mercato del turismo che offre oggi due milioni di destinazioni turistiche e 3,2 miliardi di combinazioni per raggiungere un viaggiatore.
Casalini ha sottolineato come la sfida sia nell’accoglienza, nella narrazione, nell’identità e nella comunità, esperienze semplici, ambienti accoglienti con un territorio che deve sapersi raccontare e saper offrire.
«Se offriamo poco, riceviamo poco – ha commentato – il 90% dei viaggiatori chiede un’esperienza di turismo personalizzata nella quale non si può dimenticare l’accessibilità, non certo intesa solo come attenzione a una disabilità motoria e un turismo esperienziale, del fare non del guardare.
Questa mia città
Verdiana Vono della compagnia Palinodie ha portato sul palco della cittadella un estratto del lavoro ‘questa mia città’, con le voci di Giulia, Barbara e Francesco che hanno raccontato il suono e il significato di Aosta.
E se per Barbara, Aosta ha il gusto di quel pomodoro rosso e saporito che assaggiò oltre 40 anni fa, incinta della prima figlia, proprio quando venne a visitare Aosta prima di trasferirsi, donato dall’ortolano di un orto in città nell’attuale zona di viale della Pace, per Francesco – storico verduriere del centro storico – Aosta ha il suono del campanile di sant’Orso e il ritmo di chi si alza alle sei per andare in negozio.
Per Giulia invece è il nonno il suo strumento di connessione con Aosta, quel nonno che le porta alla memoria il sapore delle caramelle che lui le comprava all’uscita da scuola o la carta del giornale che lei acquistava per lui.
«Il Piano Strategico Aosta 2030 parli di progetti e trasformazioni e cantieri – ha commentato Verdiana Vono – ma sappia anche parlare della città immateriale. Città che è un organismo vivente e che non dimentica che l’essere umano ha bisogno di un’appartenenza che nessuno potrà togliergli».
Nella foto in alto, da sinistra, Patrick Thérisod, Verdiana Vono, Francesca Zanin, Andrea Cazzato e Stefania Tagliaferri.
(cinzia timpano)