Aosta 2030: il consiglio comunale discute su una presa d’atto
Il Piano strategico è sbarcato in consiglio con una lunga discussione
Il consiglio comunale discute su una presa d’atto. Un dibattito di oltre cinque ore sul Piano Strategico Aosta 2030 si conclude con la votazione della delibera di presa d’atto della consegna del documento Aosta 2030-Il Piano strategico della Città di Aosta.
Il documento integrale del Piano Strategico è consultabile qui.
Dopo cinque ore di lavori, la delibera viene approvata con 18 voti favorevoli, 4 astenuti e un voto contrario.
Il Piano strategico sbarca in consiglio comunale
Il Piano Strategico sbarca in consiglio comunale, con Patrick Therisod che, dopo la presentazione alla Cittadella dei Giovani, ha illustrato all’assemblea il lavoro svolto.
«Il piano doveva nascere dalla città – esordisce -. È equidistante dalla politica, non deve essere riconducibile a qualcuno. Abbiamo cercato di fare una fotografia e immaginare Aosta nel 2030».
Rispondendo alle domande della minoranza, Therisod spiega. «L’indagine online è partita in ritardo, ma non ha inficiato sul risultato. Il lavoro è stato finalizzato a raccogliere suggestioni, non a stabilire a dare un giudizio. Si è trattato di un’indagine qualitativa per raccogliere stimoli».
Quindi aggiunge: «Questo piano ha intercettato una parte dei bisogni della città. Si è deciso di considerare solo la città fisica. Questo lavoro raccoglie proposte su cose da fare, ma non indica come farlo. Quello è compito dell’amministrazione».
Nella sua conclusione, Therisod è tornato sulla frase «Aosta non sarà una città per tutti» precisando: «Se faccio una scelta precisa, andando nella direzione della mobilità sostenibile, ragiono su una precisa dimensione, escludendone un’altra. Non si tratta di escludere persone. La mediazione non porta a nulla, occorre fare delle scelte».
Il dibattito
Dalla minoranza piovono critiche al Piano Strategico.
Patrizia Pradelli (M5S) attacca. «Nel nostro programma erano presenti diversi punti oggi presenti nel piano, ma non siamo stati ascoltati. Si è preferito non investire in questa legislatura e lo testimonia il robusto avanzo di amministrazione».
Etienne Andrione (Lega – Aosta nel Cuore) punta il dito contro un piano che dice delle ovvietà o non dice nulla». Poi rincara la dose. «Eravamo molto più seri noi dell’opposizione, in particolare Rete Civica e Cinque Stelle, che quando proponevano qualcosa da realizzare indicavamo anche come farlo. L’impostazione di questo Piano Strategico è “Ci sono dei problemi, nel 2030 non ci saranno più”. Siamo a un livello infantile».
Sulla stessa lunghezza d’onda Ettore Vierin (Gruppo misto di maggioranza). «Un piano strategico venne approvato già nel 2009 e dava indirizzi che si ritrovano in questo piano – ricorda -. Tante cose dubito si riescano ad attuare. Therisod ci ha detto cose che già sappiamo».
Luca Lotto (Movimento 5 Stelle) interviene: «Non doveva chiamarsi piano strategico, ma proposte per un’Aosta ideale. Si narrano delle cose senza avere delle basi. Un piano strategico prevede che ci si scontri con la realtà, questo al limite è un elenco di buone intenzioni».
Loris Sartore del gruppo misto di minoranza precisa: «Si è deciso di limitare il campo di azione del piano alla città fisica perché il tempo era limitato. Si è scelto di lavorare sulla città fisica. Il piano strategico disegna la fisionomia e la struttura della città futura. Chi governerà dopo le elezioni dovrà trovare il modo di attuare il piano».
Carpinello: «Stupita che ci sia una presa d’atto»
Carola Carpinello (L’Altra VdA, sinistra per la città) si dice «stupita che ci sia una presa d’atto dopo aver speso 50.000 euro».
Vincenzo Caminiti del gruppo misto di minoranza: «Queste cose bisognerebbe farle a inizio legislatura e poi portarle avanti. Il titolo giusto è “Piano strategico per una città ideale”. Bisogna avere più coraggio».
Giuliana Lamastra (gruppo misto) va all’attacco. «Trovo che sia una grave mancanza non aver spiegato come attuare le proposte. Personalmente ho cercato di dare consigli, che sono sempre caduti nel vuoto. Leggo che si vuole seguire l’idea di creare un mercato come quello di Firenze, ma si può fare solo se si prevede di aumentare i flussi, altrimenti è una guerra tra poveri».
L’intervento del sindaco
Il sindaco di Aosta Fulvio Centoz chiude il dibattito: «Non si è entrati nel merito del piano strategico. L’obiettivo era provare a stimolare una discussione».
Poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Dovevamo risanare le casse del comune, abbiamo dovuto tagliare 7 milioni di euro di spese correnti. Non abbiamo aumentato la tassazione negli ultimi due anni, è stata una scelta, condivisibile o meno. Abbiamo fatto una riorganizzazione della spesa, mettendo i soldi sui servizi sociali. Si è trattato della grossa scelta di questa amministrazione. Il programma del piano strategico non può essere realizzato tutto. Ci siamo occupati della città fisica perché è su quello che possiamo incidere».
Il primo cittadino, inoltre, precisa: «Non abbiamo messo il piano a votazione perché siamo in scadenza di mandato, la prossima amministrazione sarà legittimata con il voto a prendere le decisioni su quanto prodotto».
Quindi sbotta: «Non è la prima volta che si vota una presa d’atto. Chi non vuole farlo può uscire dall’aula».
Dopo una lunga discussione, quindi, la delibera è stata approvata come inizialmente proposta, con 18 voti favorevoli, 4 astenuti e un contrario.
(thomas piccot)