Disabilità: ridata la potestà del figlio ai fondatori della onlus Casa di Sabbia
Patrick Creux e Agnieska Stowieska era stata disposta la sospensione della responsabilità genitoriale, dopo un ricorso dell'Usl della Valle d'Aosta
Patrick Creux e Agnieska Stowieska hanno riottenuto la potestà del figlio di 5 anni gravemente disabile. Per i fondatori della onlus la Casa di Sabbia era stata disposta la sospensione della responsabilità genitoriale, dopo un ricorso dell’Usl della Valle d’Aosta. «La successiva attività ha dimostrato la competenza e dedizione con cui i due genitori si prendono cura dei figli, riuscendo a fronteggiare anche le tristi difficoltà espresse dalla malattia». Così il Tribunale per i minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta ha messo fine all’odissea durata oltre sei mesi.
La vicenda
Il Tribunale, revocando ogni precedente provvedimento, ha anche evidenziato “dubbi” a proposito «della segnalazione relativa alla loro inadeguatezza, basate su critiche che non hanno trovato alcun riscontro». La vicenda era scaturita lo scorso settembre da una nota del pediatra di libera scelta che aveva chiesto un intervento urgente per l’applicazione di un sonda Peg per la nutrizione del minore in sostituzione del sondino naso-gastrico. Preoccupata per l’invasività dell’intervento, che esige tra l’altro un’anestesia generale, la coppia si era riservata ulteriori approfondimenti specialistici. Ad ottobre l’Usl aveva tuttavia indirizzato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Torino un ricorso chiedendo un provvedimento di limitazione della potestà genitoriale per autorizzare il personale sanitario a effettuare il posizionamento della Peg, denunciando una mancanza di collaborazione da parte dei genitori e una loro “inerzia”. Il procedimento era stato avviato e poi temporaneamente sospeso in attesa del pronunciamento definitivo del Tribunale.
Patrick Creux e Agnieska Stowieska, impegnati con la loro associazione nella difesa dei diritti dei genitori con figli gravemente disabili, hanno promosso nel 2018 una battaglia legale ottenendo una sentenza con cui il Tar della Valle d’Aosta (gennaio 2019) ha disposto che la Regione debba garantire al figlio, affetto da una sindrome rara, “una vita dignitosa” attraverso “un progetto di vita individuale”. Su questo pronunciamento pende ancora un ricorso di ottemperanza promosso dalla coppia.
(re.aostanews.it)