Ayas, scavo ricoperto a Saint-Jacques: «si valorizzi il patrimonio archeologico»
La richiesta di valorizzazione arriva dall'associazione 'Ripartire dalle Cime Bianche'. I lavori per un allacciamento all'acquedotto hanno portato alla luce semilavorati e residui di lavorazione della pietra ollare in una zona non nuova a ritrovamenti importanti.
Ayas, scavo ricoperto a Saint-Jacques: «si valorizzi il patrimonio archeologico».
Arriva dall’associazione ‘Ripartire dalle Cime Bianche’ la richiesta di valorizzare una serie di ritrovamenti archeologici che interessano il comune di Ayas, attraverso un articolato progetto di indagine, di mappatura, studio e infine di individuazione di spazi espositivi per la fruizione del patrimonio archeologico.
Scavo e ritrovamenti a Saint-Jacques
Alla fine di maggio, in occasione di scavi per la posa di un allacciamento all’acquedotto, a Saint-Jacques des Allemands, era avvenuto un importante ritrovamento archeologico.
In località Fusines, è stata rinvenuta una grande quantità di semilavorati e di residui di lavorazione della pietra ollare (quasi mille elementi) che sembra certificare la presenza nei dintorni di laboratorio artigianale di tornitura datato XII secolo.
Non soltanto il sito di Saint-Jacques.
«Si affianca infatti un vasto museo a cielo aperto del prelievo dei massi affioranti in quota che si estende in alcune aree del Vallone delle Cime Bianche – fanno sapere dall’associazione ‘Ripartire dalle Cime Bianche’ – con la presenza di almeno tre siti certi di tornitura stagionale in quota, dai 2400 ai 2500 metri di altitudine.
Un immenso patrimonio culturale-storico, antropologico e archeologico che non è mai stato oggetto di mappatura, rilevamento, studi, catalogazione e fruizione».
In tutto questo, esiste una una convenzione tra Comune di Ayas e amministrazione regionale che prevede «la collaborazione con la Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali per l’attività di catalogazione, progettazione, organizzazione, ricerca archeologica ai fini della tutela e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico ed etnoantropologico connesso alla cava e lavorazione della pietra ollare presente del comune di Ayas» – si legge nella delibera
«Il rischio è che rimanga lettera morta se non intervengono finanziamenti adeguati, per un progetto che può avere altresì importanti e durature ricadute per l’economia turistica della Val d’Ayas».
L’approfondimento su Gazzetta Matin in edicola lunedì 20 luglio.
Nella foto, alcuni semilavorati di pietra ollare rinvenuti in località Fusines.
(re.newsvda.it)