Parla il pm Eugenia Menichetti: «Sul tema dell’ambiente ancora zone grigie»
Il magistrato ha lasciato la Valle d'Aosta e prenderà servizio a Genova
Eugenia Menichetti, pm in servizio ad Aosta dal 2015 fino a venerdì 10 luglio, ha rilasciato un’intervista a Gazzetta Matin in cui ha ripercorso alcune delle indagini seguite in questi anni. Il magistrato prenderà servizio a Genova.
Eugenia Menichetti: «Restano alcune zone grigie»
«Sul tema dell’ambiente credo che, come Procura della Repubblica di Aosta, ci sia ancora qualcosa da fare. Il lavoro di questi anni è stato certamente impegnativo ed ha fatto luce su alcune situazioni che erano rimaste nell’ombra, ma restano ancora alcune “zone grigie” sulle quali è necessario lavorare». Così il pubblico ministero Eugenia Menichetti, dal 2015 in servizio ad Aosta e dal 2017 magistrato del dipartimento investigativo Ambiente e Territorio.
Dopo essersi dedicata per anni ad inchieste pesanti in Valle d’Aosta (come quella sui fondi al Casinò di Saint-Vincent e quelle sulla discarica di Pompiod e sulla Cogne Acciai Speciali), venerdì la pm ha lasciato la Valle d’Aosta per raggiungere Genova, dove prenderà servizio tra i sostituti del procuratore della Repubblica Francesco Cozzi. In Liguria – terra natia del magistrato – Menichetti si occuperà delle “fasce deboli”.
«Il mio lavoro cambierà , anche perché dovrò occuparmi della tutela di valori diversi, anche se altrettanto delicati ed importanti – dichiara -. In futuro, però, spero di poter tornare ad occuparmi di ambiente».
«In Valle al mio primo incarico, non pensavo di avere la possibilità di seguire indagini così delicate»
Dottoressa Menichetti, prima di arrivare in Valle d’Aosta si sarà fatta un’idea su quella che poteva essere la realtà valdostana. Dopo cinque anni negli uffici inquirenti e dopo le varie inchieste che ha coordinato, cosa ne pensa ora?
Quando sono giunta in Valle d’Aosta ero al mio primo incarico, quindi certamente avevo una grande aspettativa. Poi, la mia vita professionale, specie in questi ultimi tre anni, ha addirittura superato tale aspettativa, perché non pensavo di avere la possibilità di seguire indagini così delicate e complesse. Dal punto di vista professionale, questa esperienza mi ha dato molto. Penso all’indagine sul Casinò, che richiedeva un grande sforzo tecnico, legato alla complessità delle questioni trattate. Sicuramente, poi, ero molto contenta dell’assegnazione all’Ambiente. Penso che la Valle d’Aosta sia una regione da scoprire. Prima la conoscevo come turista, poi, tramite il mio lavoro, ho conosciuto una realtà diversa, da un lato anche migliore, quella della quotidianità, dall’altro, però, si sono palesate diverse problematiche che riguardano questa regione.
Diciamo che, come in ogni realtà organizzata, non sempre si riesce a tenere sotto controllo ogni situazione, con la conseguenza che, quando cala l’attenzione su alcune questioni, si crea una zona dove può generarsi una situazione di irregolarità. Non c’è alcuna connotazione politica in questa osservazione, la realtà è così un po’ dappertutto. Insomma, questa esperienza mi lascia tantissimo, sia professionalmente che umanamente. Ho avuto l’opportunità di crescere tantissimo come magistrato; spaziando da un argomento all’altro, potendo sempre imparare qualcosa, e lavorando a stretto contatto con i colleghi e con le Forze dell’ordine in modo davvero efficace. La Valle d’Aosta poi ha accolto benissimo la mia famiglia.
«Nessun rimpianto, sono soddisfatta dell’indagine sul Casinò»
Una delle indagini più pesanti degli ultimi anni riguarda i fondi erogati dalla Regione al Casinò di Saint-Vincent. Al termine della sua inchiesta alcune persone – tra politici (anche ex) ed ex manager – sono finiti a processo e lì le strade si sono divise: da un lato tante assoluzioni, mentre l’unico imputato che aveva scelto un rito alternativo è stato condannato. E’ soddisfatta di quell’indagine oppure ha qualche rimpianto?
Nessun rimpianto, anzi. Sono pienamente soddisfatta dell’indagine. Voglio fare un discorso generale, non sul caso specifico. Può capitare che vi siano sentenze che si contraddicano, anche perché le vicende giudiziarie possono avere percorsi diversi in cui intervengono tanti fattori che le condizionano persino nell’esito finale. Quindi non è per nulla un fatto straordinario che il processo si sia concluso con due pronunce di segno contrario.
Inoltre, bisogna sempre tenere presente che la giustizia è fatta dagli uomini e che gli uomini, inevitabilmente, usano un criterio diverso per interpretare le cose. Comunque, sul Casinò, quello che posso dire è che, come emerso dall’inchiesta, si è definitivamente chiusa una fase e se ne è aperta una nuova, diversa da quella che era fino a circa dieci anni fa. Credo che non si più pensabile di gestire le cose come si faceva in passato, questo ce lo impone la storia e non le indagini.
«La Valle d’Aosta è una regione da proteggere, l’ambiente deve essere messo al primo posto»
Il tema dell’ambiente per molto tempo sembrava essere finito nel dimenticatoio. Negli ultimi anni però ci sono state indagini che hanno riguardato, ad esempio, una discarica presente in Valle e la Cogne Acciai Speciali. Dalla sua “postazione privilegiata”, cosa ha potuto apprendere su questo tema?
Secondo il mio pensiero bisognerebbe iniziare a rendersi conto del fatto che siamo tutti responsabili. Sia chi prende le decisioni sia chi deve eseguirle. Ognuno dovrebbe guardarsi intorno perché per tutelare davvero l’ambiente serve il contributo di tutti.
Ad esempio, l’indagine sulla Cogne Acciai Speciale è partita da una segnalazione di persone singole; magari sensibili alla questione ambientale. Se tutti fossimo più sensibili, alcuni treni non passerebbero senza che neanche ce ne accorgiamo. Comunque, riguardo al lavoro fatto, sono soddisfatta.
La Valle d’Aosta è una regione da proteggere perché ha una ricchezza naturalistica che poche altre regioni hanno. L’ambiente deve essere messo al primo posto, dovrebbe essere inteso come un bene primario perché riguarda il benessere della collettività. Non posso che essere felice se il lavoro svolto come magistrato può aver aiutato a sensibilizzare qualcuno sul problema o a cambiare la concezione che qualcuno ha dell’ambiente.
A mio parere, la Valle d’Aosta perderebbe la sua identità se lasciasse che altre esigenze, magari di altra natura, scavalcassero l’ambiente. Io, come magistrato, me ne sono occupata soltanto per la parte meno gradevole, quella della responsabilità penale, cercando sempre di fare del mio meglio; con la convinzione che è assolutamente necessario proteggere un bene che appartiene a tutti.
(federico donato)