Emergenza Libano, da Aosta una raccolta per aiutare Beirut
Emergenza Libano, da Aosta una raccolta per aiutare Beirut.
Si chiama Uniti per Beirut, è la raccolta fondi avviata da Jean-Claude Chincheré, fotografo freelance valdostano che in Libano ha «praticamente mezza vita».
I fatti
Com’è noto, martedì 4 agosto, attorno alle 4 di pomeriggio, una potente esplosione in un deposito di nitrato di sodio, ha raso al suolo la zona del porto di Beirut (Libano), provocando centinaia di morti e migliaia di feriti, oltre a danni incalcolabili agli edifici.
La solidarietà della Valle d’Aosta

A Beirut Jean-Claude Chincheré ha lasciato il cuore ed è «un puro caso» che il fotografo valdostano non sia lì in questi giorni.
«Ho iniziato a frequentare Beirut nel 2015, per la mia tesi di laurea sui rifugiati siriani in Libano – racconta Chincheré -. In cinque anni ho fatto 17 viaggi in Libano. Ho conosciuto tanti amici, la mia fidanzata, ho lavorato con diverse organizzazioni, con l’Università americana del Libano, ho praticamente mezza vita lì, posso chiamarla casa. La mia carriera è partita proprio da lì, e per la laurea specialistica, gli ultimi due anni ho frequentato l’Università di Torino da Beirut».
Chincheré è, ovviamente, molto scosso.
«La famiglia della mia ragazza sta bene, fisicamente, solo il fratello ha qualche ferita, ma, materialmente, hanno perso tutto. La loro casa non è stata rasa al suolo, ma è come se lo fosse, non c’è più nulla».
Il fotografo ripensa ai mesi trascorsi a Beirut, proprio in quei quartieri sul porto. «Quando andavo lì ho sempre abitato in quelle zone, ho visto le immagini del bar che ho sempre frequentato, devastato, con i giovani che si tamponavano le ferite… È puro caso che io non sia lì quest’estate, sono impegnato ad Aosta dove sarà inaugurata la mostra al quale ho lavorato (Memorie di Terra, che sarà inaugurata al Centre Saint Benin venerdì 7 agosto, ndr)».
La raccolta fondi
«Mi è venuto in mente di organizzare questa raccolta fondi perché da qui mi sento impotente. Ho cercato di contattare le persone che hanno avuto relazioni con il Libano e devo dire che sta funzionando bene. Le persone aderiscono».
Chincheré, che ha lavorato per diverse organizzazioni di Beirut, si fa garante della destinazione delle somme raccolte. «Non passo tramite nessuna associazione, ho contatti diretti e so chi ha particolarmente bisogno – aggiunge -. Se la somma dovesse diventare particolarmente importante, conosco molti enti fidati al quale posso rivolgermi per la gestione dei fondi».
«In piena pandemia globale e con una crisi economica disastrosa, il Libano si trova ad affrontare l’ennesima tragedia umanitaria. L’esplosione che ha sconvolto la capitale, Beirut, ha lasciato una scia di morti e feriti sconvolgente. I danni materiali sono incalcolabili e molte persone hanno perso tutto. Questa raccolta fondi vuole aiutare le persone in difficoltà in questo difficile momento» scrive Chincheré sul portale gofundme.
Per sostenere la raccolta fondi https://www.gofundme.com/f/emergenza-libano-uniti-per-beirut?utm_source=customer&utm_campaign=p_cp+share-sheet&utm_medium=copy_link
(erika david)
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