Banco Alimentare, è allarme: «scaffali vuoti, servono donazioni»
Confindustria Valle d'Aosta ha donato otto bancali di alimenti ma si rischia di non riuscire a soddisfare i bisogni delle famiglie prima della Colletta di novembre (ancora in forse). Ogni mese, sono circa duemila le persone assistite
Banco Alimentare, è allarme: «scaffali vuoti, servono donazioni».
Scaffali praticamente vuoti e un grido di allarme: se non ci saranno ulteriori donazioni, sarà dura poter aiutare i bisognosi e pensare di riuscire ad arrivare alla prossima Colletta Alimentare, prevista per il mese di novembre.
L’iniziativa di Confindustria Valle d’Aosta, che nelle scorse settimane ha donato otto bancali di generi di prima necessità, ha acceso ancora una volta i fari sul Banco alimentare, che dall’emergenza Covid sta vivendo un periodo di super lavoro e ora si trova nuovamente in difficoltà.
Banco alimentare
A fare il punto della situazione ci pensa il direttore del Banco Alimentare, Emilio Roda.
«È davvero una buona cosa la donazione fatta da Confindustria, ha mantenuto la promessa che ci era stata fatta – ha commentato Roda -.
Il problema, però, è che a parte questi bancali gli scatoloni sono praticamente vuoti».
E la situazione è presto spiegata.
«Abbiamo oltre duemila persone da aiutare ogni mese, per circa dieci tonnellate di prodotti. Addirittura, in epoca di Coronavirus, siamo saliti a 20 tonnellate al mese e addirittura a giugno abbiamo toccato le 70 tonnellate, ossia quanto raggiunto in tutto il 2019».
Ora, però, la crisi si fa sentire anche per il Banco alimentare.
«Abbiamo ricevuto tante donazioni da Regione e privati, ma ora gli scaffali sono praticamente vuoti e dobbiamo sperare nella Colletta alimentare di novembre, che tra l’altro non sappiamo se si potrà svolgere o meno.
Speriamo che l’iniziativa di Confindustria possa essere di buon esempio per altri soggetti».
Confindustria
La donazione di Confindustria Valle d’Aosta ha dato gambe a un progetto allo studio già da tempo. «È un periodo di difficoltà e noi vogliamo far lavorare i nostri associati e dare una mano» – ha spiegato il presidente di Confindustria VdA, Giancarlo Giachino -.
Il consiglio di presidenza, da tempo, aveva deciso di dedicarsi al sociale. Gli imprenditori hanno ricevuto tanto dal territorio e ora, nel momento del bisogno, è giunto il momento di restituire almeno qualcosa.
Non abbiamo bisogno di pubblicità, ma di cose concrete, e questa ne è un esempio». Conad Il tutto è stato reso possibile grazie anche alla collaborazione dei Conad di Sarre, Saint-Christophe e Châtillon, guidati da Alessandro Pluda.
L’aiuto di Conad
«Quando ci hanno chiamati in causa abbiamo contattato il Banco alimentare e abbiamo stilato un elenco delle primarie necessità in ordine di importanza – ha precisato Pluda -. Abbiamo ordinato la merce e abbiamo fatto dei prezzi molto scontati a Confindustria, per far sì che si potesse donare più merce possibile, dando la priorità a prodotti per l’infanzia, magari più cari o che più difficilmente vengono donati in altre occasioni».
(alessandro bianchet)