La stazione del SAGF di Entrèves intitolata a Musichini, «uomo coraggioso e professionista esemplare»
Il maresciallo delle Fiamme gialle ha perso la vita a gennaio nel corso di un'esercitazione
«Oggi questa stazione verrà intitolata al Maresciallo Marco Musichini, con questo solenne gesto vogliamo rendergli onore, celebrando la memoria di chi, con profonda generosità, aveva scelto di mettere al servizio degli altri la professionalità che, con fatica e sacrificio, aveva maturato all’interno del Corpo e che, ogni giorno, affinava e consolidava attraverso un duro lavoro di addestramento». Con queste parole, nella mattinata di mercoledì 30 settembre, il Comandante Territoriale di Aosta Massimiliano Re ha aperto la cerimonia di intitolazione della Stazione del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves a Marco Musichini, militare scomparso il 20 gennaio nel corso di un’esercitazione.
La cerimonia, svoltasi alla presenza del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Zafarana, del Comandante in Seconda Edoardo Valente, del Comandante Interregionale per l’Italia Nord-Occidentale, Giuseppe Vicanolo, del Comandante Regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Giuseppe Grassi, ha inoltre visto la partecipazione di numerose Autorità di vertice locali, della moglie e della figlia del militare tristemente scomparso, Chiara e Melissa.
«Non si tratta di un atto formale, di un rito da officiare – ha sottolineato il Comandante Generale della Guardia di Finanza -. Ma è un modo per rendere omaggio alla memoria di un uomo coraggioso, un professionista esemplare, un servitore dello stato tragicamente scomparso nell’adempimento del dovere. È un modo per attestare, anche di fronte ai suoi familiari, la riconoscenza, l’affetto e la gratitudine di tutte le Fiamme Gialle e delle tante persone a cui Marco ha salvato la vita. Se oggi non solo in Italia, ma in diversi angoli del mondo, ci sono donne e uomini appassionati di montagna, scalatori esperti o semplici escursionisti, che continuano a gioire delle meraviglie della vita, che ancora possono donare un sorriso, una carezza, un abbraccio ai propri figli e alle persone che amano, è perché Marco si è battuto per loro. C’è un filo rosso che unisce queste vite di persone in molti casi distanti, tra loro sconosciute, reciprocamente ignare delle rispettive esperienze, ed è il tributo di generosità di Marco».
(f.d.)