Adu, sostegno a Progetto civico progressista nella trattativa con gli autonomisti
A Lavevaz, presidente dell'Uv, chiede di non allearsi con la Lega per non gettare alle ortiche il percorso di rinnovamento
Adu, sostegno a Progetto civico progressista nella trattativa con gli autonomisti. All’Union valdôtaine ricorda le dichiarazioni in campagna elettorale quando prese la distanza dalla «Lega razzista e sovranista». Lancia l’affondo alla luce di una possibile alleanza in Regione con il Carroccio: «Ora ritornano alla“tradechon” del “Ni Droite, Ni Gauche” (per i non francofoni “Francia o Spagna, purché se magna”, alludendo alla brama di poltrone) non sorprendono e dimostrano che è necessario un reale cambio di sistema».
Rinnovamento alle ortiche
«In caso di accordo con la Lega, il rinnovamento di Lavevaz si rivelerà di facciata, non di sostanza. Un governo alternativo alla Lega non può che partire dagli autonomisti stessi, a meno che, in fondo, la strategia di Rollandin rimanga sempre la base del pensiero unionista. Anche a nome di quegli elettori che avrebbero voluto votare Adu e hanno cercato un’alternativa possibile nel programma del Progetto Civico Progressista, diciamo: restate uniti attorno al programma. Un governo alternativo alla Lega non può che nascere dal confronto con gli autonomisti, ma questo deve avvenire in maniera trasparente e portare a un progetto di medio termine condiviso, che non umili le istanze di difesa dei beni comuni e di discontinuità, promosse da una parte importante dell’elettorato. Si deve governare al posto della Lega, per fare cose diverse dalla Lega».
Posizioni salde
«Nel concreto: nessuna fuga in avanti per i collegamenti intervallivi – in particolare, CimeBianche -, un impegno preciso e immediato per la doppia preferenza di genere e il congelamento delle procedure di privatizzazione e quotazione in borsa di CVA, almeno fino alla verifica della possibilità di una norma di attuazione statutaria che garantisca la salvaguardia pubblica del bene comune delle acque valdostane. Dei punti, sicuramente assieme ad altri che chi siede al tavolo delle trattative è più titolato a individuare (ci permettiamo di ricordare il lavoro e la scuola), che consentirebbero disegnare una differenza con il passato e un primo passo verso un futuro da reinventare».