Confindustria, Bonomi: «Recrudescenza di un sentimento antindustriale»
«Nessuno più di noi ama il nostro paese, nonostante la recrudescenza di un sentimento antindustriale che pensavamo sopito». Non le manda a dire il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ospite via telefono dell’Assemblea Generale di Confindustria Valle d’Aosta.
Il presidente Bonomi
Arriva in chiusura, venerdì pomeriggio, l’intervento del presidente nazionale, che sente di essere tornato «indietro di nove mesi, pochi giorni prima del lockdown, quando ero in Valle con la mia famiglia e arrivavano le prime notizie allarmanti».
Da allora, ricorda Bonomi, «il mondo è cambiato, sono tempi difficili, complessi e complicati per noi imprenditori». Il numero uno di Confindustria sperava che «tutto fosse alle spalle» e che il «rimbalzo del terzo trimestre fosse un viatico per la ripresa dell’industria italiana».
Invece, così non è stato, con condizioni che portano spediti, al «-10% del Pil quest’anno, cioè 180 miliardi in meno nella nostra economia – continua Bonomi -, un danno pari al totale delle risorse che arriveranno nei prossimi anni dal Recovery Fund, in un paese che è entrato nella pandemia non strutturato».
Recrudescenza di pandemia e sentimento antindustriale
Carlo Bonomi ricorda il motto scelto dal direttivo valdostano, «gli imprenditori non vincono sempre, ma non si arrendono mai» e la sottolinea come «frase significativa, nonostante la recrudescenza della pandemia e del sentimento antindustriale, che speravamo sopito, ma tornato ora in maniera forte».
Nonostante le difficoltà, però, «la nostra comunità si sta stringendo – evidenzia ancora il presidente -, Confindustria svolge un ruolo di sostegno agli imprenditori, che hanno capito l’importanza nostra e quella di strutture che hanno saputo rispondere anche a orari impossibili per districarsi nella selva dei Dpcm, spesso non molto chiari».
Secondo Bonomi, l’associazione sta «tenendo salda la manifattura italiana», unico settore a mostrare «una grande resilienza» e unico rimasto «a fare formazione, a fronte di una scuola in cui le tante riforme sono dedicate solo a chi ci lavora».
E rincara la dose. «Ci dipingono come “prenditori” – attacca Bonomi -, ma nessuno più di noi ama il nostro paese e lo promuove ogni giorno. Ci tocca essere il collante di una fiducia ormai persa nella politica e nei provvedimenti e non posso che essere orgoglioso di tutti voi: so i sacrifici che state facendo per un bene comune».
Il presidente Giancarlo Giachino
Il calcio d’inizio è toccato al numero uno di Confindustria VdA, Giancarlo Giachino, che sceglie l’ovvia metafora della montagna. «Come per un’arrampicata impegnativa siamo tutti legati da corde – sottolinea – e per mirare la vetta dobbiamo lasciare da parte i personalismi».
Giachino parla di «mesi di disorientamento, che hanno lasciato in eredità incognite e incertezze» ed evidenzia come «le sfide sono tante e inevitabili», ma la classe imprenditoriale, «come alpinisti inarrestabili» non si fa «spaventare».
Il presidente rossonero evidenzia la necessità di «tenacia, responsabilità e intraprendenza», ma anche di «innovazione e creatività» per affrontare «una vera e propria arrampicata» per la quale, però, «non possiamo essere lasciati soli».
In una fase di emergenza «spesso scaricata su famiglie e imprese», queste ultime, per Giachino, «hanno risposto presente, non ci siamo sottratti a responsabilità e abbiamo scalato in cordata passaggi stretti e pericolosi».
Serve classe politica all’altezza
Giancarlo Giachino sposta poi il mirino su politica e istituzioni, che devono avere «lo stesso atteggiamento di gruppo» e delineare «obiettivi chiari e condivisi», anche se a oggi «non vediamo segnali in questa direzione». Per ora rimangono «instabilità e scelte poco chiare».
A fronte di limiti che «con la pandemia si sono decuplicati», il presidente chiede «una classe politica all’altezza delle aspettative, un collettore attento delle nostre richieste» e spera che le recenti elezioni «sappiano ridare serenità e continuità all’azione politica», portando «vera assunzione di responsabilità per chi rappresenta i valdostani».
Insomma, Confindustria chiede di «affrontare insieme la ripresa, senza sbandamenti, egoismi e discriminazioni» ed evidenzia come la tenuta del tessuto produttivo («un terzo di occupati della Regione») sia «il vero patrimonio».
Ora servono «iniziative forti e immediate, che siamo anche pronti a proporre».
L’associazione rossonera non dimentica i giovani, che dovranno essere «autentici e autorevoli leader, ispirandosi a valori come responsabilità, generosità e rispetto degli altri» e promette la messa in campo di «sinergie, tra scuola, formazione e impresa», al fine di arrivare a «creare benessere per tutti».
Stoccata al sindacato
In chiusura, Giachino si riserva anche una stoccata al sindacato. «Con i prossimi rinnovi non ci sarà più il vecchio meccanismo di scambio tra salario e orario – dice -, ma dovremo ridefinire il lavoro, guardando alle filiere e alle aziende».
Per questo bisognerà puntare su «obiettivi e incentivi, con diritti alla formazione permanente e al welfare; dobbiamo affrontare i contratti integrativi superando le visioni ideologiche che appartengono al passato».
E tutto questo perché «non vogliamo più un paese incapace di premiare il merito con le gratifiche date a pioggia a tutti».
Il governo regionale
Dalla sala giunta di Place Deffeyes, interviene anche una parte del neo governo regionale, guidata dall’assessore alle Finanze, Carlo Marzi.
«Ci vuole ottimismo e con le mie deleghe e la volontà di tutti puntiamo in maniera decisa all’innovazione e a dare una mano in questo momento – sottolinea -. Il nostro compito è quello dell’ascolto e della piena disponibilità nel venire incontro alle necessità della Valle e di chi fa impresa».
L’assessore con delega a Sviluppo economico e Lavoro, Luigi Bertschy, rivela che «lavoro e impresa saranno al centro della nostra azione politica».
Bertschy ricorda che «la crisi sanitaria è tornata a farsi sentire, con il rischio che diventi crisi economica, ma vogliamo guardare con fiducia al presente e al futuro – dice ancora -. Lavoreremo per usare risorse non infinite e ci auguriamo tutti stabilità e capacità di affrontare il momento con le nostre azioni». Per queste, l’assessore si augura «reti forti con mondo dell’impresa e territori limitrofi» e assicura un lavoro per «prendere in carico i problemi e trasformarli in azioni».
«Politica ha grande responsabilità»
Il presidente della Regione, Erik Lavevaz ricorda come un «consiglio sciolto e una giunta decimata» abbiano cercato di dare le prime risposte «con la Legge 5 e la Legge 8», che hanno dato una «prima boccata d’ossigeno, pur non con interventi strutturali».
Lavevaz evidenzia «la nostra road map, che prevede una parte importante sullo sviluppo economico» e sul «mondo del lavoro».
E chiosa. «La politica ha una grande responsabilità, deve riappropriarsi del ruolo di sintesi con le varie realtà sociali e lo può fare solo attraverso il dialogo».
Eccellenze al lavoro
L’assemblea, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, è stata anche l’occasione per premiare le “Eccellenze al lavoro”, riconoscimenti assegnati a lavoratori che si sono particolarmente contraddistinti nella propria attività lavorativa.
Il premio è andato a: Enrico Aimar (direttore tecnico della Aimar Impianti), Andrea Ghiglino (ST Microelectronics), Daniela Casarotto (Soan), Redazione TGR Rai Valle d’Aosta e Davide Morra (Novasis Innovazione).
(alessandro bianchet)
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