Valle d’Aosta zona rossa: le attività commerciali che rimangono aperte dal 6 novembre
L'elenco di chi potrà continuare anche da domani, quando entrerà in vigore il DPCM; le reazioni di Confcommercio e Federconsumatori
A partire da domani, venerdì 6 novembre, la Valle d’Aosta sarà zona rossa. Tante attività commerciali saranno costrette a fermarsi. Altre, invece, potranno andare avanti.
Graziano Dominidiato, presidente di FIPE-Confcommercio VdA parla di «contraddizioni paradossali. Restano aperti, per esempio, i negozi di giocattoli e di attrezzature sportive, mentre i negozi di abbigliamento non sono ritenuti necessari».
Le attività che rimangono aperte
Come in primavera, restano aperti supermercati, alimentari, farmacie, parafarmacie, distributori di benzina, edicole, tabacchi, inclusa la vendita di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione. Aperte anche ferramenta ed esercizi specializzati di materiali da costruzione, vernici e vetro.
È consentito il commercio al dettaglio di prodotti surgelati, di prodotti di elettronica, computer, elettrodomestici, elettronica di consumo audio e video. Possono andare avanti anche librerie e cartolerie.
Viene consentita la vendita di articoli igienico-sanitari, macchinari e prodotti per agricoltura e giardinaggio, illuminazione e sistemi di sicurezza. Allo stesso modo, resta permesso il commercio di auto, moto e relativi ricambi e accessori.
Tra le attività che potranno tenere alzata la saracinesca, anche negozi di articoli sportivi, articoli per il tempo libero, biancheria personale, confezioni e calzature per bambini.
Il DPCM, inoltre, consente il commercio di articoli funerari e cimiteriali, fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; così come il commercio di animali domestici e relativi alimenti.
Aperti anche i negozi di giochi e giocattoli, cosmetici, profumeria e erboristeria. Tra le altre attività consentite, anche il commercio di materiale per ottica e fotografia.
Commercio ambulante
Il commercio ambulante o per mezzo di distributori automatici è permesso per quanto riguarda alimenti, bevande, piante, bulbi, semi; profumi e cosmetici; detersivi, biancheria, prodotti per bambini.
Il commercio effettuato via internet, per corrispondenza o per radio, telefono e televisione è consentito per qualunque prodotto.
Servizi alla persona
Tra i servizi alla persona, possono andare avanti barbieri, parrucchieri, lavanderie, tintorie, pompe funebri e attività connesse.
Dominidiato: «Ristori siano mirati a chi è stato effettivamente danneggiato»
La chiusura delle attività commerciali manda su tutte le furie le associazioni di categoria.
«Bisogna capire cosa si sono inventati. Perché alcune zone sono state classificate gialle invece che arancioni o rosse? Inoltre, per le attività, si sarebbe potuto consentire le aperture dove i protocolli e gli spazi garantivano la prosecuzione in sicurezza», prosegue Dominidiato.
«Il governo regionale ha sprecato cinque mesi, non è stato in grado di sopperire alle carenze, creando un ospedale Covid o convenzionandosi con strutture esistenti – dice ancora -. Abbiamo vissuto mesi di campagna elettorale. Ora chiederemo al presidente della Regione e all’assessore competente di battere i pugni nella conferenza Stato-Regioni per far sì che si possa rivedere le zone ogni sette giorni. A novembre e dicembre molte aziende sanano i bilanci, se tutto il mese restano chiuse, rischiano di non riaprire più».
Quindi conclude parlando dei ristori. «Mi auguro che siano mirati alle categorie che hanno dovuto chiudere e che hanno avuto effettivamente un danno. Le elezioni sono finite, non si diano di nuovo contributi a pioggia».
La presa di posizione di Federconsumatori
Non solo Confcommercio, anche Federconsumatori prende posizione dopo l’istituzione della zona rossa.
«In questa grave situazione che ha portato la nostra Regione ad essere inserita nelle zone rosse, quello che chiediamo al Governo Regionale è di permettere alle persone di potersi spostare nei supermercati dei comuni limitrofi per potere acquistare prodotti alimentari confacenti alle diminuite possibilità economiche che moltissime famiglie stanno vivendo – esclama il presidente, Bruno Albertinelli -. Riemerge la necessità per i cittadini di potere esercitare il diritto di acquistare i prodotti come da consuetudine al fine di permettere a molte famiglie un risparmio che per moltissimi è vitale».
(t.p.)