Casinò: Restano assoggettò immobili a fondo patrimoniale, la Corte dei Conti dichiara inefficace l’atto
I giudici contabili hanno ribaltato la sentenza di primo grado
Aveva assoggettato alcuni immobili a fondo patrimoniale insieme all’ex moglie. La Corte dei Conti ha dichiarato inefficace l’atto notarile. La sentenza riguarda il consigliere regionale Claudio Restano, nell’ambito del processo sui 140 milioni erogati al Casinò dalla Regione. In primo grado, il consigliere eletto nella lista Vda Unie era stato condannato al risarcimento di 807.000 euro. La sentenza d’appello è prevista nelle prossime settimane.
La vicenda
Il 22 febbraio 2017 Restano aveva assoggettato alcuni immobili (un’abitazione, il 50% delle quote di un bed and breakfast e alcuni terreni a Valpelline) a fondo patrimoniale, vale a dire destinandoli ai bisogni familiari.
I giudici contabili di primo grado avevano accolto la tesi di Restano, secondo cui il fondo mirava a tutelare i figli.
La sentenza di secondo grado
La procura aveva fatto ricorso. In secondo grado il verdetto è stato ribaltato. Secondo quanto riporta l’Ansa, per i giudici «è provato che alla costituzione del fondo patrimoniale si è provveduto soltanto all’indomani della diffusione della notizia relativa alle indagini in corso».
Inoltre, sempre secondo la seconda sezione giurisdizionale d’appello, è «altamente probabile che il debitore abbia agito nella piena consapevolezza di sottrarre i beni alla garanzia del credito patrimoniale in via di accertamento».
(re.aostanews.it)