Bar e ristoranti: riapertura tra entusiamo e timori per nuove chiusure
Giro d'orizzonte nel centro storico tra i bar e ristoranti che hanno rialzato le saracinesche con un'eccezione: è il giorno dell'inaugurazione del ristorante La Grenette in via Porta Praetoria.
I dubbi circa l’ipotizzata nuova chiusura nei giorni delle festività raffreddano l’entusiasmo per la riapertura di bar e ristoranti.
Petit Bar di via de Tillier
«Certo riaprire è cosa buona, purchè ci permettano di lavorare e tra qualche giorno non spunti un nuovo Dpcm che ordina la chiusura nei giorni a ridosso delle festività».
Myriam Gal gestisce con il fratello Diego il Petit Bar di via de Tillier.
Myriam sta attaccando fuori dalla porta l’ennesimo cartello con indicazioni su distanza, igiene delle mani e mascherina.
«Metà mese è già perso purtroppo e noi, a novembre, avevamo chiuso già qualche giorno prima del Dpcm.
Noi ci proviamo, manca il passaggio dei turisti, quello legato ai mercatini di Natale, le passeggiate del fine settimana. Avevamo pensato di mettere una struttura coperta e riscaldata, invece dei funghi riscaldanti, ma a questo punto lasciamo perdere, non me la sento di affrontare un altro investimento a fronte di tutta questa incertezza».
Ex bar Sport di piazza Chanoux
«Ci siamo e siamo contenti di esserci, ma temiamo una nuova chiusura nei prossimi giorni – commenta Antonio Salerno, titolare con la moglie Annalia Fontanini dell’ex bar Sport di piazza Chanoux -.
Dal ponte di sant’Ambrogio abbiamo cominciato l’asporto, non certo per una questione economica, ma per far vedere che ci siamo e per non lasciare la piazza spenta -. Abbiamo ridotto a metà i posti a sedere e lasciato due tavolini fuori.
Noi siamo molto penalizzati perchè lavoriamo in prevalenza con gli aperitivi e siamo costretti a chiudere alle 18.
Circa sei ore di lavoro in meno ogni giorno fanno la differenza. Il calo si aggira sul 70/80%, davvero pesante.
Qui lavoriamo in cinque, io, mia moglie e tre dipendenti che dopo un mese abbondante di cassa sono di nuova in forza.
Non ci resta che aspettare le decisioni del Governo».
Ristorante La Grenette di via Porta Praetoria
Oggi, mercoledì 16 è il grande giorno per il ristorante La Grenette: è il giorno dell’inaugurazione.
«Riapriremo il ristorante della Bottega la prossima settimana – spiega Giorgio Lenta, titolare insieme a Guido Piccinini del ristorante della Bottega, del negozio di gourmandises, salumi, formaggi e vini ‘Bottega degli antichi sapori’ e del neonato La Grenette – oggi ci concentriamo sull’inaugurazione de La Grenette.
Abbiamo fatto una scelta controcorrente, apriamo un tempo così incerto, con la speranza che arrivi presto il momento nel quale potremo riappropriarci delle nostre vite e dei nostri spazi di convivialità, pur nel rispetto delle regole».
Laboratorio Latini via Aubert
«Stamattina quando ho aperto ero emozionata come il primo giorno di scuola, ma poi?».
L’emozione e la felicità di rivedere amici e clienti, che abbraccia con gli occhi e con un saluto squillante, sono offuscate dalla preoccupazione.
«Chi ci governa non capisce le dinamiche di questo tipo di esercizi commerciali, soprattutto se hanno una cucina alle spalle – spiega Michela Latini, titolare del Laboratorio Latini -.
Anche il fatto di continuare a cambiare idea su aperture e chiusure, su cosa si possa fare o meno, non fa bene psicologicamente e poi, c’è paura. Per noi dicembre è vita e stiamo parlando di un dicembre praticamente a zero».
Michela in conclusione fa riferimento al modello tedesco: «La Merkel dà a chi rimane chiuso il 75% del fatturato dello scorso anno. Anche io sarei più tranquilla a rimanere a casa così.
Non mi sono mai sentita così tanto presa in giro dallo Stato. Viene davvero voglia di mollare tutto e andarsene».
JàJà Café, via Aubert
Anche Jeanine Filhoulaud parla dell’emozione di tornare dientro al bancone.
«Ho addobbato il locale, speso soldi per renderlo caloroso e sicuro pur non avendo guadagnato nulla, ma si vive sempre con l’ansia che tra pochi giorni dovremo di nuovo chiudere – commenta -.
Voglia di tornare al lavoro ce n’è tanta, come di far lavorare di nuovo i dipendenti, cerchiamo di far rispettare le distanze, gli orari, abbiamo sempre rispettato le regole, non siamo noi a fare assembramenti!»
101 Bar, via Aubert
Per Marzio Pedrini, titolare del Bar 101, si riapre con un grande punto di domanda.
«Per lavorare bene ti devi attrezzare, fare rifornimenti di prodotti alimentari, bevande, si investe con il rischio di chiudere di nuovo.
La situazione è difficile, capisco le famiglie che hanno sofferto e ho massimo rispetto, ma servono certezze. Viviamo in perenne attesa – aggiunge -.
Non si capisce perché i nostri tempi sono diversi rispetto ad altre zone già gialle; è positivo che il presidente Erik Lavevaz si sia attivato per far ripartire qualcosa, ma mancano davvero certezze e ristori adeguati.
È giusto far sentire la nostra voce».
Beautiful Pub, via Croce di Città
«Felice di riaprire e felici i nostri clienti di potersi sedere!» è il commento di Salvatore Righero, socio del Pub Beautiful.
«Speriamo di poter continuare perché gli acquisti li abbiamo fatti, abbiamo aperto i salumi, attaccato i fusti di birra per lavorare sempre con prodotti freschi.
C’è una piccola percentuale di persone che non vengono più, ma i fedelissimi ci sono e sono contenti di poter tornare».
Bar Franca, via Croce di Città
Ivonia Battaglia del Bar Franca avrebbe preferito aspettare.
«Sono contraria a questa apertura nel periodo delle feste.
Avrei preferito aspettare fino a metà gennaio, così temo che il contagio ripartirà rendendo vani i sacrifici fatti fino adesso. È normale che tutti abbiano voglia di uscire, chi li tiene più! – aggiunge -.
A far rispettare le distanze passeranno gli Alpini volontari, ma non so come andrà a finire…
Adesso che abbiamo aperto e che abbiamo fatto i rifornimenti, però, speriamo ci lascino lavorare altrimenti va tutto buttato via».
Nella foto grande in alto, uno scatto di stamane all’ex Bar Sport di piazza Chanoux.
(cinzia timpano e erika david)