Verso Natale: il messaggio del Vescovo alla comunità valdostana
Monsignor Franco Lovignana invita i valdostani alla preghiera davanti al presepe, «per rinnovare e rafforzare la fede» e si rivolge anche ai non credenti
Verso Natale: il messaggio del Vescovo alla comunità valdostana.
L’invito alla preghiera e a vivere un Natale autentico, pur nelle restrizioni e nella paura, ma anche un discreto avvicinarsi a chi non crede, perchè possa guardare senza pregiudizi la comunità cristiana.
E ancora, il riferimento alle opere educative e di carità della Chiesa.
Questo e molto altro nel messaggio che il Vescovo della diocesi di Aosta rivolge ai fedeli in occasione del Santo Natale.
Cari fratelli e sorelle,
quest’anno siamo portati dritti al cuore dell’evento che celebriamo.
Le restrizioni esteriori, la sofferenza, la paura, la solitudine che saranno compagne di tanti di noi, la sobrietà della festa e della stessa Liturgia ci invitano a mettere a fuoco l’essenziale: Dio si è fatto uomo.
Il Natale annuncia questo!
Fatto talmente scandaloso per una cultura secolarizzata come la nostra da essere considerato elemento folkloristico o, per i più raffinati, mitico.
Per noi credenti semplici è uno dei misteri principali della fede: in Gesù il Figlio di Dio si è fatto uomo e con la sua vita terrena, dalla povertà di Betlemme al Venerdì santo, ha rappresentato agli occhi del mondo incredulo l’amore di Dio per l’umanità, il desiderio di Dio di riunire attorno a sé tutti come un padre raduna i propri figli attorno alla mensa.
È quanto celebriamo ogni volta nella Santa Messa: «Nella sua misericordia per noi peccatori egli si è degnato di nascere dalla Vergine; morendo sulla croce, ci ha liberati dalla morte eterna e con la sua risurrezione ci ha donato la vita immortale» (Messale Romano).
Due propositi ai fedeli
Due propositi suggerisco a tutti i fedeli.
Innanzitutto rinnovare e rafforzare la fede in ciò che è umanamente inaudito, che un Dio si faccia uomo.
Non abbiamo paura di confessare la nostra fede nella preghiera umile e confidente davanti al presepe, ma anche in una testimonianza coraggiosa, fuori dagli schemi mondani di una cultura che vorrebbe omologare il cristianesimo sul registro del fare cose buone (peraltro ristrette a quelle politicamente corrette).
Il secondo proposito è riconoscere e servire Gesù in tutti coloro che lo rendono presente nel suo mistero di povertà, sofferenza e ingiusta oppressione.
Un messaggio per chi non crede
Con questo messaggio vorrei raggiungere discretamente anche coloro che non credono e che pure sentono il fascino del Natale.
A voi, cari amici, vorrei innanzitutto augurare di poter gustare in questi giorni la gioia dell’amore in famiglia, dell’amicizia delle persone che vi stanno a cuore e anche di una relazione aperta e solidale con tutti.
Sono certo che dentro alla tenerezza di relazioni buone, rispettose, cordiali è presente anche lo Spirito del Signore, senza nulla togliere alla vostra libertà e anche senza imporsi alla vostra percezione.
Vorrei poi chiedervi di guardare con simpatia e senza pregiudizi alla comunità cristiana.
Noi, discepoli di Gesù, sappiamo di non essere perfetti e di essere segnati da fragilità e peccato.
Di questo chiediamo perdono a Dio e agli uomini che non possono contemplare in tutta la sua grandezza e bellezza lo splendore del Vangelo.
Tuttavia guardate al bene, al tanto bene, che la Chiesa compie a favore delle persone, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa.
Le opere educative e di carità raggiungono un gran numero di ragazzi, di anziani, di malati, di poveri, recano loro sollievo nel corpo e nello spirito e contribuiscono a rendere più umano il volto della nostra società.
Buon Natale a tutti!