Consiglio Aosta: ritardo di oltre un’ora, bagarre sulle domande di attualità
Inizio col piede sbagliato per l'assemblea aostana. Motivo del contendere, la mancata accettazione di otto domande di attualità su nove presentate dalla minoranza per vizi di forma
Una bagarre già prima di iniziare per la mancata accettazione di alcune domande di attualità presentate dalla minoranza. Parte (o almeno si spera che parta) con oltre un’ora (diventate poi due) di ritardo il consiglio comunale di Aosta, previsto per oggi, mercoledì 20 gennaio, e per domani, giovedì 21 gennaio, con 32 argomenti all’ordine del giorno.
La querelle
Prima ancora di partire con l’analisi dei punti all’ordine del giorno è subito bagarre nell’aula virtuale dell’assemblea aostana.
Motivo del contendere, la mancata accettazione, a termini di regolamento, di alcune domande di attualità presentate dalle forze di minoranza.
Secondo quanto appreso da Gazzetta Matin, il presidente del consiglio comunale, Luca Tonino, non accetterebbe otto iniziativa su nove.
In particolare, e tanto per fare un esempio, una delle domande che dovrebbero essere rispedite al mittente è quella presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia e Forza Italia, Paolo Laurencet, riguardante la segnalazione di una scarpata ridotta a discarica sulla collina di Aosta, in rue du Coutumier.
In questa, come in altre, mancherebbero le date (di scoperta della situazione) e sarebbero presenti alcuni vizi di forma.
La ripresa
Alla ripresa ci prova il presidente del Consiglio, Luca Tonino, a spiegare l’accaduto.
«Le domande di attualità possono fare riferimento a fatti recenti e sopravvenuti a seguito dello scadere del termine per la presentazione delle iniziative da includere nell’ordine del giorno – sottolinea -. È giunta una serie di domande di attualità non ammissibile e il dibattito ha portato via parecchio tempo. Sottolineo che non si limita nessuno spazio di democrazia e non si vuole inibire il corretto funzionamento del Consiglio, ma come insegnano alcuni componenti con esperienza maggiore, la forma è anche sostanza. Se il regolamento dice cose precise, è del tutto evidente che questo debba essere».
Attacca Antonio Crea: «È una mancanza di rispetto verso i consiglieri collegati cominciare con due ore e mezza di ritardo senza sapere niente – attacca -. Convocheremo immediatamente la quarta commissione, se qualcuno appoggerà la richiesta, per andare a vedere il regolamento. Non vorrei che questo atto di poca attenzione sia ancora perpetrato».
Rinascimento VdA: «Censura»
Parla di censura Rinascimento VdA.
«Abbiamo assistito alla pagina più scura e inquietante di questa seppur giovane Amministrazione – afferma il movimento in un comunicato -. L’ufficio di presidenza (contrario però il vice Renato Favre ndr.) ha cassato ed escluso dalla discussione tutte le domande di attualità presentate dal nostro Movimento oltre a ulteriori tre degli altri gruppi di opposizione».
La motivazione portata è il mancato rispetto dei tempi.
In realtà, afferma Rinascimento «le domande di attualità erano relative a fatti e notizie emersi nei tempi suindicati ma, in piena contraddizione, è stata reiterata la censura – concludono -. Se la ratio della motivazione, come presumiamo, sia di non ridurre strumentalmente il tempo a disposizione dei consiglieri per le risposte, teniamo a precisare che le domande di attualità non sono consegnate “pochi minuti prima” della adunanze consiliari, ma ben oltre 24 ore prima e pertanto lasciano esse stesse ampio tempo agli interpellati per documentarsi e predisporre le repliche».
E conclude. «Quanto accaduto, anche alla luce delle spiegazioni, è palesemente un mero atto di censura rispetto a tematiche che evidentemente sono ritenute scomode da parte della maggioranza».
Forza Italia
Sulla questione tuona anche Renato Favre.
«Quanto accaduto ha dimostrato una volta di più l’incapacità della maggioranza di affrontare nel merito i numerosi problemi che attanagliano la città – esclama -, visto che, attraverso la sapiente regia del presidente del Consiglio, che ha interpretato il regolamento consiliare a uso e consumo della sua stessa maggioranza, sono state rigettate tutta una serie di domande di attualità che, invece, non soltanto era possibile, ma era doveroso accettare e discutere. Quanto avvenuto è da stigmatizzare, in quanto l’arbitro si è trasformato in allenatore-giocatore di una maggioranza che cerca di nascondere la propria incapacità propositiva ormai cronica».
(al.bi.)