Giorno del Ricordo: il 10 febbraio si celebra la memoria dei massacri delle foibe
Istituito nel 2004, per non dimenticare i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata
Giorno del Ricordo: il 10 febbraio si celebra la memoria dei massacri delle foibe. Istituito nel 2004, per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, quando cittadini di nazionalità italiana furono forzati a lasciare i territori dell’Istria, del Quarnaro, della Venezia Giulia e della Dalmazia.
Pagine drammatiche
«Pagine drammatiche di storia che oggi risuonano come un monito sulle degenerazioni e le atrocità che gli estremismi ideologici, i nazionalismi e i totalitarismi possono produrre verso l’umanità – ha detto in Consiglio Valle il Presidente Alberto Bertin -. Oggi, il ricordo diventa anche una forma di condanna contro ogni forma di odio razzista ed etnico in nome di un’appartenenza ad un’unica umanità e nel riconoscimento delle sue diversità, garanzia di sviluppo e di coesione. In questo momento di pandemia, occorre più che mai ricordare questo motto, affinché una nuova solidarietà si instauri nel nostro continente quale antidoto contro la crisi, contro le derive autoritarie, contro i rigurgiti nazionalistici».
La testimonianza
«Il Giorno del Ricordo – ha evidenziato in aula il Presidente della Giunta Erik Lavevaz – ci richiama a un nostro dovere fondamentale, come rappresentanti delle istituzioni: quello di guardare al nostro passato nel momento in cui lavoriamo al nostro futuro. Non possiamo prescindere, da una parte, dalla coscienza delle nostre radici: dall’altra, dobbiamo essere consapevoli di quanto tragici siano stati alcuni errori del nostro passato, come cittadini europei, quando in nome di nazionalismi ciechi ci siamo messi gli uni contro gli altri. La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata ha segnato per sempre un territorio e la sua storia, andando a demonizzare proprio il senso di appartenenza. E tutto questo è avvenuto in un luogo poco distante da qui, e in un tempo che ancora ha dei testimoni viventi».
Alliance valdôtaine
In una nota Alliance valdôtaine ricorda «l’italianizzazione forzata dell’Istria e della Dalmazia degli anni ’20 e ‘30, gli eccidi avvenuti per mano delle camicie nere o degli ustascia croati», allo stesso tempo però ricorda «il dramma della comunità italofona, costretta per mano dei titini a scappare da terre che abitavano da secoli, pena l’infoibamento».
«L’Istria e la Dalmazia, come il carso e la Venezia Giulia sono, da sempre, terre multietniche e multiconfessionali, terre in cui i vari nazionalismi che si sono susseguiti nel corso del ‘900 hanno portato solo morte e macerie».
Alliance Valdôtaine auspica che «la storia sia da insegnamento e si augura che si arrivi il prima possibile a completare la costruzione di un’Europa unita e federale, un’Europa in cui l’appartenenza etnica o la lingua parlata non siano più motivi di divisioni e morte bensì di vita e di crescita».
Union valdôtaine
In un comunicato l’Union valdôtaine sottolinea. «Le ricorrenze sono occasione di rievocazione quanto di riflessione e di approfondimento, per questo, giustamente, le istituzioni coinvolgono fattivamente le scuole, sia per la Giornata della Memoria sia per il Giorno del Ricordo.Vogliamo condividere una valutazione: il nazionalismo, nella sua accezione peggiore, fu snaturato per giustificare la supremazia di una nazione sulle altre, per negare e per cancellare identità d’intere etnie; ma nella sua accezione più nobile esso, al contrario, rappresenta l’idea stessa di nazione e d’identità, è uno dei cardini del federalismo, della visione dell’Europa dei popoli. Siamo una realtà che ha coscienza dei propri valori identitari e che al contempo, diversamente da altre realtà regionali, convive serenamente con le numerose etnie presenti sul territorio. Non dimentichiamo chi siamo e qual è la nostra storia».