Operazione Gran Baita: assolti Federico Maquignaz ed Ezio Colliard
Per il gup del Tribunale di Aosta il fatto non è previsto dalla legge come reato; l'ex presidente della Cervino spa e l'imprenditore erano accusati di turbata libertà di scelta del contraente
«Il fatto non è previsto dalla legge come reato». Questo il motivo per cui il gup del Tribunale di Aosta Giuseppe Colazingari ha assolto l’ex presidente di Cervino spa Federico Maquignaz ed Ezio Colliard, rappresentate legale della Vico srl. I due erano accusati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “operazione Gran Baita”. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato.
L’inchiesta
Al centro delle indagini il presunto accordo per la cessione dell’ex albergo Gran Baita di Cervinia, venduto nel 2016 dalla Cervino spa per 1 milione 570 mila euro alla Vico. Sempre per la Procura, Colliard aveva poi costituito una nuova società che nel 2018 aveva rivenduto l’immobile a 4 milioni 350 mila euro senza effettuare lavori.
In particolare, nelle carte dell’accusa si parla di «accordi, collusioni e mezzi fraudolenti» che avevano determinato la turbativa «della regolarità della procedura di vendita» o «il procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando» per «condizionare le modalità di scelta del contraente garantendo alla Vico l’aggiudicazione con relativi ingenti vantaggi economici».
Le difese
Di parere opposto i legali dei due imputati. Al termine dell’udienza del 19 gennaio, l’avvocato Corrado Bellora (difesa Maquignaz) aveva spiegato ai cronisti: «Ho sempre sostenuto fin dall’inizio di questo processo che si tratta di un’imputazione totalmente insussistente perché l’operazione è stata assolutamente corretta, alla luce del sole, e tra l’altro vantaggiosa per la Cervino spa». Non solo: il difensore aveva anche precisato che «abbiamo documentato una spesa di oltre 500 mila euro solo per realizzare interventi provvisori. Inoltre avevamo un preventivo per la messa in sicurezza da circa 2 milioni di euro. Altrimenti l’unica soluzione sarebbe stata la demolizione, per un costo attorno al milione. Quindi alla Cervino spa serviva liberarsi di quell’immobile. A fronte di una realtà del genere per Cervino spa liberarsene, oltretutto incassando un milione e mezzo di euro, era assolutamente un’operazione vantaggiosa».
L’avvocato Monica Atzei, difensore di Colliard, aveva aggiunto: «Abbiamo esposto, sia io che il collega, amplissime e validissime ragioni che ci portano a escludere la sussistenza del reato».
Il processo
Nel corso dell’udienza odierna, entrambi i legali hanno chiesto l’assoluzione perché il fatto non è previsto dalla legge come reato o, in subordine, perché il fatto non sussiste. Per entrambi gli imputati, la Procura aveva chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione.
(f.d.)