Vaccini al Palaindoor: no alla risoluzione per il solo utilizzo sportivo
Presentata dai gruppi Lega Vallée d'Aosta e da Pour l'Autonomie ha incassato l'astensione della maggioranza
Vaccini al Palaindoor: il Consiglio dice no alla risoluzione per il solo utilizzo sportivo. L’iniziativa impegnava la Giunta regionale «a sospendere qualsivoglia destinazione diversa da quelle sportive e affini allo sport». Presentata dai gruppi Lega Vallée d’Aosta e da Pour l’Autonomie ha incassato l’astensione della maggioranza e non passa.
Il j’accuse
Punta il dito Mauro Baccega (Pour l’Autonomie): «No solo il mondo dello sport ne esce penalizzato e mortificato ma anche il rapporto del Consiglio Valle con il Governo. E’ una scelta che non è stata valutata fino in fondo rispetto alle possibilità di soluzione. Ci sono tremila atleti che ruotano attorno alla struttura sportiva. Attivare il piano vaccinale al Palaindoor è un’azione di forza contro tutto il mondo dello sport. Avete fatto tutto alle spalle del Consiglio. Non credo basteranno cinque mesi per la campagna vaccinale».
Elenca Baccega come luoghi alternativi l’aeroporto, i cinema Splendor e Giacosa, l’ex Maria Adelaide, la pépinière. Aggiunge: «Si poteva affittare anche una struttura».
Stigmatizza: «Non avete soprattutto raccolto l’appello dei cittadini e delle mamme dei giovani atleti».
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo della Lega Andrea Manfrin. «Nell’ultimo Consiglio si è diffusamente parlato del 31 marzo come data di chiusura della struttura. Invece scopriamo che già si pensava di farne il quartiere generale della campagna vaccinale. Assurdo che alla manifestazione in piazza ci fossero forze politiche che hanno rivendicato la scelta (leggi Pcp). Con che faccia dite tra cinque mesi è tutto a posto?» ha tuonato.
La replica
Torna a spiegare il presidente della Giunta Erik Lavevaz nella replica. «Io credo che sia una risoluzione strumentale, fatta per mettere in evidenza una distinzione chi è a favore e chi è contro lo sport. Il Palainddor doveva essere chiusi per revisioni strutturali legate alle mancanze di certificazioni. Era cosa nota. Soluzioni alternative per gli atleti si sono trovate e si troveranno.
Ripete: «E’ una decisione che non è stata presa a cuor leggero. E’ stata un scelta ponderata. La maggioranza non è certo contro lo sport ma la struttura è un luogo funzionale alla campagna vaccinale. Se dopo sei mesi rimarrà una porzione residuale da vaccinare potremmo ipotizzare di ritornare alla sede dell’ospedale».
(da.ch.)