Casinò, Caveri: «Nessuna richiesta di acquisto è pervenuta alla Regione»
Lo ha detto l'assessore Caveri che ha aggiunto che la Regione non ha nessuna intenzione di vendere la casa da gioco
Casinò, Caveri: «Nessuna richiesta di acquisto è pervenuta alla Regione». «Non non abbiamo intenzione di vendere il Casinò de la Vallée». Lo ha puntualizzato l’assessore regionale con delega alle società partecipate Luciano Caveri, rispondendo a un’interpellanza del consigliere di Pour l’autonomie Marco Carrel che chiedeva conto della notizia secondo la quale “un gruppo finanziario lomabrdo-veneto sarbbe stato pronto a presentare un piano d’acquisto delle proprietà no core.
Beni no core
I beni no core della casa da gioco sono diversi: dall’Hôtel Du Parc all’ex Hotel Bon Souvenir, per proseguire con l’ex centralina e l’ex scuderia in frazione Renard, diversi magazzini e terreni vari.
Concordato cruciale
Per Caveri è cruciale piuttosto «la vicenda del concordato che è da seguire attentamente. Avvieremo a breve una consulenza giuridica a nostra tutela e abbiamo presentato in tribunale la documentazione per allungare di un anno i pagamenti ai creditori. Speriamo che la procedura vada a buon fine e si vada a chiudere una vicenda transitoria che eviterà il fallimento del casinò. E’ del tutto evidente che abbiamo bisogno di avere un minimo di certezza in merito alla riapertura. La casa da gioco, secondo quanto riferito in Commissione dall’au Rolando, può reggere ancora per sei mesi. Dobbiamo risolvere la questione della chiusura dei nostri confini regionali».
Ha concluso: «Quando saremo fuori dall’emergenza pandemica credo che dovremo avere un nuovo disciplinare e chiarire quale sarà il futuro di Billia e Casinò». L’assessore ha infine accennato alla possibilità di ristori regionali oltre che statali. La casa da gioco impiega attorno alle 350 persone, quasi tutte in cassa integrazione attualmente.
Il costo aziendale per il personale ammonta attualmente a 215 mila euro mensili a fronte di 2 milioni di costi a règime.