Addio a Lino Riviera, pioniere della neve artificiale in Valle d’Aosta
Insieme a Savoretti costruì il comprensorio sciistico della Val Vény e il primo impianto di innevamento artificiale d’Italia; oggi l’addio a Morgex
Addio a Lino Riviera, pioniere della neve artificiale in Valle d’Aosta.
Insieme a Savoretti costruì il comprensorio sciistico della Val Vény e il primo impianto di innevamento artificiale d’Italia; questa mattina l’addio a Morgex.
«Avremmo dovuto festeggiare quest’estate, a luglio, anche mese del suo compleanno, i 50 anni in Valle d’Aosta, ma purtroppo il Covid ce lo ha portato via» dice la figlia Lorella.
Lino Riviera imprenditore
Lino Riviera arrivò in Valle d’Aosta nel mese di luglio nel 1971, seguendo l’imprenditore Piero Savoretti, con il quale lavorava nella Trivellazioni e Sondaggi per la realizzazione di pozzi di acqua dolce, quando decise di occuparsi di funivie.
«La scelta era tra il Sud Africa o Courmayeur – ricorda il figlio Umberto -. Scelse la Valle d’Aosta dove immaginava di fermarsi 3/4 anni, ma alla fine siamo ancora qui».
All’inizio furono le funivie della Val Vény, poi venne l’acquisizione della parte dello Chécrouit e l’unificazione del comprensorio.
Tutti gli impianti furono ammodernati, le piste spianate e innevate artificialmente, fu l’apertura al mercato internazionale moderno dello sci con l’arrivo degli inglesi.
«Riviera ha portato una professionalità che in Valle d’Aosta non esisteva, soprattutto per quanto riguarda l’innevamento artificiale – ricorda Gioachino Gobbi, patron della Courmayeur Mont Blanc Funivie -. Fu lui a concepire il primo impianto di innevamento in Italia e fu lui il primo a pensare al rimodellamento del terreno per renderlo più adatto alla pratica dello sci. Tecniche che non erano conosciute e che contribuirono a passare dalle piste “naturali”, gobbose, alle piste moderne che anche adesso conosciamo».
Un personaggio «ruvido», lo ricorda Gobbi, «che non le mandava a dire, ma una persona molto competente nel suo lavoro. Noi stessi lo abbiamo interpellato più volte perché solo lui conosceva perfettamente le vasche di accumulo per l’innevamento scavate nel sottosuolo».
Lino Riviera padre
«Sì, un uomo abituato a comandare, molto diretto, preciso nelle cose, la sua specialità era saper dirigere sotto tutti i fronti, ma alla fine tutti gli volevano davvero bene e ce ne rendiamo conto in questi giorni, dalle numerosissime telefonate e testimonianze di affetto che ci arrivano alla notizia della sua morte» dice la figlia Lorella.
Solo i nipoti, e i bisnipoti, sono riusciti a intenerire questo uomo tutto d’un pezzo, che da vent’anni aveva scelto Morgex per vivere con la moglie Alice e dove si vedeva tutti i giorni in paese a passeggio con il suo cane.
«Noi siamo originari di Mantova, siamo molto aperti e parliamo tanto – aggiunge Lorella Riviera – di amicizie in questi 50 anni ne aveva fatte proprio tante. Abbiamo messo le radici qui perché la qualità di vita è veramente bella e poi perché lo sviluppo degli impianti ha richiesto diversi anni».
«Lo chiamavano “il grigio” – ricorda – perché ha avuto i capelli grigi fin da giovane. Era benvoluto da tutti e un vero pilastro per la nostra famiglia».
«La cosa che ci conforta è che papà, fino a due settimane fa, prima di essere ricoverato per Covid, ha vissuto davvero come voleva lui, si riteneva un uomo fortunato ed era sempre positivo e ottimista. Per questo lo ricordano tutti con tanto affetto. Ci mancherà tantissimo».
(erika david)