Rocco Schiavone, dal 17 marzo in tv e a maggio in libreria
Lo scrittore Antonio Manzini ha annunciato l’uscita del nuovo romanzo che lascia prefigurare una quinta stagione della fiction dedicata a Rocco Schiavone
Rocco Schiavone, dal 17 marzo in tv e a maggio in libreria.
Lo scrittore Antonio Manzini ha annunciato l’uscita del nuovo romanzo che lascia prefigurare una quinta stagione della fiction dedicata a Rocco Schiavone.
La quarta stagione di Rocco Schiavone, la serie co-prodotta da Cross Productione Rai fiction, approda in televisione, su RaiDue, in due puntate mercoledì 17 e 24 marzo alle 21.25.
La notizia più golosa, però, per i numerosi appassionati delle vicende del vice questore romano trasferito ad Aosta, dove dal suo arrivo si sono verificati ben 13 omicidi, è quella annunciata ieri, nella conferenza stampa di presentazione della stagione, dal suo papà.
Lo scrittore Manzini ha infatti annunciato l’uscita del nuovo romanzo dedicato a Schiavone che sarà in libreria a maggio.
La quarta stagione
CASELLA (Gino Nardella), D’INTINO (Christian Ginepro), DERUTA (Massimiliano Caprara), ROOCO SCHIAVONE (Marco Giallini), ITALO (Ernesto D’Argenio), SCIPIONI (Alberto Lo Porto).
Le due puntate sono tratte dai romanzi Rien ne va plus e Ah l’amore, l’amore. Le riprese sarebbero dovute iniziare il 26 marzo, ma con lo scoppio della pandemia tutto è slittato tra luglio e agosto, con uno sforzo enorme della produzione, di Film Commission Valle d’Aosta che sostiene la produzione fin dall’inizio, e dell’intero cast per rendere credibili scene girate sotto il sole con 36° ma ambientate nel periodo delle feste natalizie.
Il regista Simone Spada e l’autore Antonio Manzini hanno valutato a lungo se cambiare l’ambientazione della storie, ma il clima rigido della Valle d’Aosta e quella luce particolare dell’inverno sono diventati una parte fondamentale della storia e del rapporto che Schiavone ha con la città di Aosta e vedere il vice questore in maniche corte anziché con il suo classico loden, avrebbero snaturato un po’ il suo personaggio.
Il regista
«Grazie allo sforzo di tutti, al desiderio di ricominciare, al coraggio del nostro produttore Rosario Rinaldo e della Rai siamo ripartiti ai primi di giugno per un’avventura nuova di cui il risultato finale era assolutamente incerto» dice il regista ricordando il periodo di sospensione e preoccupazione legato al dilagare del Covid.
«Il mio primo pensiero è stato quello di ricominciare, di ritrovare entusiasmo attraverso l’amore per il proprio lavoro. Le difficoltà sono state molte, il rispetto dei protocolli di sicurezza, i tamponi con cadenze settimanali, l’incapacità di previsione grande nemica del nostro settore, il distanziamento sul set etc etc» prosegue Spada.
«Sono sempre stato convinto che quello che distingue Rocco Schiavone è il suo cuore caldo e sofferto in contrasto con l’ambiente che lo circonda invernale e cupo. Come sappiamo Rocco è un “Romanaccio” tra le montagne fredde della Val d’Aosta. Tradire questo mondo sarebbe stato tradire il cuore distintivo di questo racconto, restituirlo allo spettatore è stata quindi la mia missione, riuscire a farlo in estate la mia più grande sfida. Anche se non sta a me giudicare, mi sbilancio e posso dire con fierezza di averla vinta. Mai come quest’anno mi sento di ringraziare non solo lo splendido cast ma anche tutti i preziosi collaboratori che ancora più del solito hanno dimostrato cosa significa fare il nostro lavoro ma soprattutto farlo insieme».
Film Commission Valle d’Aosta
Anche per Alessandra Miletto, direttrice di Film Commission VdA, la quarta stagione «E’ stata una grande sfida».
«Tutto è stato molto più complesso, quella ad Aosta è stata la seconda produzione a partire in Italia dopo il Covid, una sfida vinta – aggiunge Miletto -. Abbiamo trovato tutte le soluzioni possibili, gestito un Caffé Nazionale chiuso, costruito un ospedale al Regina Maria Adelaide, che si è rivelata una location che ha funzionato molto bene, portato le riprese in diverse località della Valle, come sempre, da La Thuile a Leverogne, a Gressan, oltre ai luoghi classici di Rocco Schiavone, la città di Aosta, la sua casa e il Teatro Romano».
Le due puntate
Rien ne va plus
Subito prima che la Polizia inizi gli scavi per riportare alla luce il cadavere di Luigi Baiocchi, Rocco Schiavone abbandona l’Italia.
Sembra l’inizio di un lungo e solitario esilio per il vicequestore, ma inaspettatamente arrivano a fargli visita Brizio e Furio con importanti novità: non è stato trovato niente, la soffiata di Enzo Baiocchi è quindi nulla. Ma chi ha spostato il cadavere? E dove è finito Sebastiano, di cui non si hanno più tracce?
Rocco, pieno di interrogativi e dubbi, fa ritorno ad Aosta, pronto a risolvere il caso dell’omicidio del ragioniere Favre, che era stato costretto a lasciare insoluto. Intanto il passato continua a bussare alla sua porta: Caterina, l’agente speciale che aveva tradito la fiducia di Rocco spiandolo per conto degli Interni, si presenta improvvisamente ad Aosta con una notizia sconvolgente.
Nel frattempo, in Questura, giunge la notizia della sparizione di un portavalori, con a bordo due guardie giurate e tre milioni del Casinò di Saint Vincent. Rocco capisce che la morte di Favre e il furto non sono slegati, non può essere un caso che entrambi abbiano a che fare con le attività del Casinò. Rocco e la sua squadra si preparano al peggio: questa volta, la banda da sgominare è pronta a tutto pur di difendere i suoi loschi affari, anche a mettere mano alle armi. “I morti non scappano, a volte parlano pure.”
Ah l’amore, l’amore
Marco Giallini e Isabella Ragonese
Rocco è in ospedale perché ha subito un’operazione molto seria, ma il lavoro, suo fedele compagno, lo segue anche lì. Nello stesso periodo, infatti, perde la vita Roberto Sirchia, un noto industriale della zona, in seguito a un errore trasfusionale. Rocco, che nonostante sia convalescente continua a sentire ‘gli odori’, capisce che questa morte non è solo errore di malasanità.
Così, mosso dalla stima e dalla riconoscenza nei confronti del primario Negri, che lo ha operato e salvato, inizia ad indagare. Inizia così una indagine notturna e segreta in pigiama e loden tra i corridoi dell’ospedale. È proprio qui che Rocco entra in contatto con un’umanità silenziosa, sofferente e abbandonata, in cui non faticherà a riconoscersi. Marina, che nonostante tutto non lo abbandona mai, lo incita a tornare a vivere, a riscoprire la felicità e l’amore.
Quegli stessi sentimenti che hanno fatto irruzione nella la vita di Ugo Casella, che ha perso la testa per la sua vicina Eugenia, o nella vita di Antonio, che non è più in grado di gestire le sue tre amanti, o ancora di Fumagalli e della Gambino, che ormai non nascondono più la loro attrazione. È la fine dell’anno, Rocco è pronto a festeggiare la notte di San Silvestro con una donna bellissima e affascinante. Sarà forse lei a riaccendere in lui l’amore?
-È come stare in trincea, solo che il nemico è senza nome e te lo porti dentro.-Io non ricordo di averla mai dichiarata questa guerra.
(erika david)