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  • Valle d’Aosta: incostituzionale la norma del “no” ai rifiuti da fuori regione
    Il palazzo della Consulta
    ATTUALITA'
    di Federico Donato  
    il 21/04/2021

    Valle d’Aosta: incostituzionale la norma del “no” ai rifiuti da fuori regione

    La legge regionale era stata impugnata dallo Stato; per giudici «un criterio di autosufficienza locale nello smaltimento dei rifiuti in ambiti territoriali ottimali vale solo per i rifiuti urbani non pericolosi e non anche per altri tipi»

    Alcune parti della legge regionale della Valle d’Aosta in materia di gestione dei rifiuti sono incostituzionali. E’ quanto stabilito dalla Corte costituzionale. Il riferimento è alla legge 3 del 2020, nella parte in cui introduce alcune parti della legge regionale 31 del 2007; si tratta di provvedimenti normativi approvati dal Consiglio regionale al fine di disincentivare la realizzazione e l’utilizzo delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre regioni.

    La legge regionale, in particolare, vietava il completamento dei lavori per le attività di gestione dei rifiuti speciali nelle discariche non ancora in esercizio al gennaio 2020.

    La sentenza

    Nella sentenza della Consulta si legge: «La Regione autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste ha sottratto in via legislativa agli strumenti di pianificazione la valutazione sul fabbisogno di smaltimento dei rifiuti. Il che, sebbene lo Stato non richiami nel proprio ricorso le disposizioni del codice dell’ambiente relative al piano regionale, si pone comunque in contrasto con l’articolo 182 del codice ambiente».

    In aggiunta, «il disincentivo alla realizzazione di nuove discariche assume una portata lesiva della Costituzione» per i giudici, «anche in virtù di quanto previsto» dalla norma in questione, «che consente il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni solo nelle discariche per rifiuti inerti già in esercizio alla data del 1° gennaio 2020, entro e non oltre il limite del 20 per cento della loro capacità annua autorizzata».

    Negli ultimi passaggi della sentenza, la Corte costituzionale precisa che «un criterio di autosufficienza locale nello smaltimento dei rifiuti in ambiti territoriali ottimali vale solo per i rifiuti urbani non pericolosi e non anche per altri tipi, per i quali vige invece il diverso criterio della vicinanza di impianti di smaltimento appropriati. Un limite quantitativo e qualitativo non derogabile per lo smaltimento di rifiuti extraregionali diversi da quelli urbani non pericolosi, pertanto, contrasta con il vincolo generale imposto alle Regioni» dalla Costituzione, che vieta «ogni misura atta ad ostacolare la libera circolazione delle cose e delle persone fra le stesse Regioni e che s’impone anche alle autonomie speciali. Per tali tipologie di rifiuti – si legge ancora – non è possibile preventivare in modo attendibile la dimensione quantitativa e qualitativa del materiale da smaltire, cosa che, conseguentemente, rende impossibile individuare un ambito territoriale ottimale che valga a garantire l’obiettivo della autosufficienza nello smaltimento».

    Per la Consulta, poi, è «costituzionalmente illegittimo» anche un articolo della legge regionale 31 del 2007, «che attribuisce alla Giunta regionale l’individuazione dei rifiuti, soggetti a caratterizzazione, derivanti da processi industriali, il cui conferimento è vietato presso le discariche per rifiuti inerti».

    QUI la sentenza integrale.

    Le reazioni della politica

    «Gli intendimenti della legge erano dichiaratamente quelli di tutelare l’ambiente e la popolazione valdostana ma, purtroppo, lo strumento della legge regionale è stato parzialmente censurato dalla Consulta». E’ quanto dichiarano i Consiglieri di AV-SA, UV, VdA Unie.

    «Una sentenza – aggiungono i consiglieri – che circoscrive gli spazi operativi della Regione in materia di rifiuti e che rappresenta un punto e a capo. Da qui, potremo ripartire per portare avanti la nostra azione su di un tema che è estremamente delicato e, proprio per questo, va affrontato con serietà e lungimiranza. Un tema di questa portata deve essere dibattuto senza cadere nelle facili promesse che possono apparentemente accontentare le legittime contestazioni di piazza o delle comunità interessate ma che in ultima analisi si dimostrano inefficaci o, peggio, degli inganni. Con senso di responsabilità, la Commissione consiliare competente aveva sospeso l’analisi di una proposta di legge in modo da attendere la sentenza, in quanto una amministrazione pubblica deve agire con trasparenza, senza forzature o scorciatoie che potrebbero generare contenziosi infiniti».

    Il gruppo PCP, invece, scrive in una nota: «Purtroppo, come avevano evidenziato gli esperti consultati dalla Regione, era ampiamente prevedibile. Proprio per questo fin dal mese di gennaio gli uffici dell’Assessorato regionale all’Ambiente avevano predisposto un testo di legge per modificare la normativa regionale. Tale testo è stato recepito nella proposta di legge depositata il 26 febbraio 2021 dal gruppo consiliare PCP e che è attualmente all’esame della terza Commissione, avendo già ottenuto l’approvazione del Consiglio permanente degli enti locali».

    «Ora – aggiungono i consiglieri di PCP – è urgente accelerare l’esame di tale testo in Commissione, modificarlo alla luce della sentenza della Corte costituzionale e portarlo al più presto all’approvazione del Consiglio Valle. La questione discariche di rifiuti speciali, in particolare le vicende di Pompiod e Chalamy, hanno suscitato le giuste proteste e azioni di comitati di cittadini. La reazione del Consiglio deve essere rapida e incisiva per evitare che si determini un vuoto legislativo, che consenta di riprendere o avviare pratiche di conferimento dannose per il territorio e la popolazione. Questo è l’impegno di Progetto Civico Progressista».

    Dalla minoranza, invece, Lega e Pour l’Autonomie commentano: «Una sentenza che boccia un articolo su cui qualche Consigliere regionale della precedente Legislatura, nonché qualcuno ancora oggi in Consiglio Valle ha fondato la propria campagna elettorale. Questa sentenza pone oggi tutto il Consiglio regionale di fronte alla necessità di avviare una discussione seria e realista, senza facile demagogia né fantasiose soluzioni, per l’adozione di scelte amministrative e strumenti di controllo e monitoraggio della gestione dei rifiuti che non possono essere patrimonio di una sola parte dell’Aula, come prospetta una parte dell’attuale maggioranza di Governo. L’ambiente e la salute dei valdostani devono essere tematiche e impegno di tutti i gruppi consiliari e solamente con un dibattito serio e costruttivo si potrà andare oltre alla situazione di incertezza attuale. Anche su questo tema – concludono -, ribadiamo la nostra disponibilità per lavorare a soluzioni reali e concrete in favore della comunità, con l’unica condizione che nessuno si permetta di nascondersi dietro a battaglie di bandiera che non portano a risultati reali ma solamente a slogan da campagna elettorale».

    (f.d.)

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