Zona rossa: stop all’automatismo basato solo sul valore dei 250 casi per 100 mila abitanti
E' quanto chiede la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome al governo in vista del Decreto riaperture
Zona rossa: stop all’automatismo basata solo sul valore dei 250 casi per 100.000 abitanti. E’ quanto chiede la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che ha approvato due proposte di emendamento presentate dagli uffici regionali in vista della conversione, in sede parlamentare, del Decreto riaperture. A comunicarlo è l’assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse.
Valutazione più coerente
Tali proposte emendative, tenendo conto delle specifiche condizioni regionali, permetterebbero una valutazione più coerente con la reale situazione epidemiologica locale, con particolare riferimento alla classificazione delle zone di colore.
In particolare, il primo emendamento prevede che possa venir meno l’automatismo dell’introduzione della zona rossa legata al solo valore numerico dei 250 casi per 100.000 abitanti, nei casi in cui gli altri indicatori di monitoraggio (come ad esempio l’Rt puntuale) siano compatibili, invece, con uno scenario di tipo 1 (basso rischio), ai sensi del documento “Prevenzione e risposta a Covid-19”.
Green pass valido per 12 mesi
Il secondo emendamento è, invece, volto a richiedere di prolungare la validità del certificato verde Covid-19 a far data dal completamento del ciclo vaccinale a 12 mesi (in sostituzione dei 6 mesi attualmente previsti), coerentemente con quanto approvato dal Parlamento europeo giovedì 29 aprile per il Certificato EU Covid-19 “Green Pass”.
«Confidiamo che gli emendamenti da noi proposti e approvati in Commissione Salute – sottolinea l’assessore Barmasse – riescano a ottenere quell’occhio di riguardo che il nostro contesto regionale, così specifico, merita. Contesto che non sempre consente di applicare tout court le norme approvate a livello nazionale, senza che questo comporti penalizzanti ripercussioni per la nostra realtà».
(re.aostanews.it)