Consorzio Pesca: domenica 30 si rinnova il direttivo, ma le acque sono agitate
Sono undici i candidati in lizza per sedere nel Consiglio direttivo; per l'Unité Mont-Emilius, nella quale rientra anche il capoluogo, i candidati sono tre: il presidente uscente Antonio Crea, René Cuignon e Pietro Diego Verducci.
Consorzio Pesca: domenica 30 si rinnova il direttivo, ma le acque sono agitate.
Sono undici i candidati che domenica 30 maggio sono in lizza per sedere nel Consiglio direttivo del Consorzio per la tutela, l’incremento e l’esercizio della pesca in Valle d’Aosta.
I candidati
Tre i candidati a rappresentare la 4ª Comunità, nella quale oltre ai comuni dell’Unité Mont-Emilius rientra anche il capoluogo.
Sono il presidente uscente Antonio Crea, René Cuignon e Pietro Diego Verducci, che era già stato ‘avversario’ di Crea alle elezioni del 2017.
Gli altri candidati sono René Rey per la 1ª Comunità Montana – Morgex e comuni della Valdigne; Nadyr Charles e Pietro Ferraro per la 2ª Comunità (sezione di Arvier, Cogne, Aymavilles, Sarre e gli altri comuni della Grand-Paradis); Gianfranco Teggi per la 3ª Comunità, ovvero Valpelline e i comuni dell’Unité Grand-Combin; Giampiero Valentino per la 5ª Comunità, Valtournenche, Saint-Vincent, Châtillon e gli altri comuni della Mont-Emilius; Ugo Favre per la 6ª Comunità (Ayas, Brusson, Verrès, Issogne e i comuni dell’Evançon); Giovanni Rej in rappresentanza della 7ª Comunità, Pont-Saint-Martin, Donnas, Hône e i comuni dell’Unité Mont-Rose.
Infine, Mario Lazier, rappresentante della 8ª Comunità, Gaby e gli altri comuni dell’Unité Walser.
Si voterà esclusivamente domenica 30 maggio, in presenza, nella sede del Consorzio di corso Lancieri ad Aosta.
Le sezioni intercomunali hanno scelto sedi diverse nei comuni più grandi e dovranno garantire l’apertura del seggio, domenica mattina, per almeno tre ore consecutive.
Tra i candidati che comporranno il nuovo Consiglio direttivo sarà scelto il presidente che guiderà il Consorzio nel prossimo triennio.
Acque agitate
Un paio di settimane fa, era scoppiato il bubbone in casa Consorzio con alcune sezioni territoriali che avevano puntato il dito contro la presunta gestione deficitaria del Consorzio.
Sotto accusa, in particolare, le semine nelle riserve, nei corsi d’acqua e nei laghi alpini.
Avvannotti e trotelle troppo piccoli immessi durante le semine e quantità non sufficienti di trote adulte da seminare erano state due tra le principali critiche alla gestione.
Il presidente del Consorzio Pesca Antonio Crea aveva respinto le critiche al mittente, ribadendo che le semine sono sempre state fatte nel rispetto delle normative vigenti, così come le speci ittiche.
Crea aveva ammesso problemi legati alla riproduzione, dovuti a fattori climatici e alluvionali che vanno ad alterare l’ambiente. Insomma, al nuovo direttivo spetterà anche il compito di portare un po’ di serenità nell’ambiente dei pescatori valdostani.
La ricerca
Il Laboratorio di Biologia Evolutiva dell’Università Politecnica delle Marche studierà alcune popolazioni di trota presenti nei torrenti della nostra regione. Nei giorni scorsi, il Consorzio Pesca ha siglato un accordo nell’ambito del programma istituzionale di ricerca «che vuole approfondire la conoscenza dello status delle popolazioni ittiche e acquisire elementi utili a programmare una gestione che tuteli la fauna ittica e che al contempo valorizzi l’offerta di pesca». Lo studio riguarda in particolare alcune popolazioni di trota mediterranea che si trovano in alcuni limitati contesti del reticolo idrografico regionali e sui quali si vuole studiare il patrimonio genetico.
Riceviamo e pubblichiamo: «serve un cambio di direzione»
Riceviamo e pubblichiamo da Pietro Diego Verducci, candidato per la Comunità Mont-Emilius.
«Domenica 30 maggio 2021 si terranno le elezioni per il rinnovo delle sezioni dei pescatori e dei membri del CdA del Consorzio Regionale Pesca per il quale sono candidato.
Vorrei proporre alcune riflessioni tra i pescatori date le imminenti votazioni.
I prossimi quattro anni saranno decisivi per non far collassare del tutto un sistema, già in forte debito di ossigeno.
È evidente che la normativa non è stata recepita correttamente se risultano autorizzate delle semine, vedi articolo di un quotidiano locale, in cui una sezione di pesca della Bassa Valle lamenta di aver ricevuto, il 15 aprile 2021, 70.000 trotelle di appena due centimetri da seminare nel Lys.
La normativa che pone il divieto alle immissioni di trota fario è del 2 aprile 2020, più di un anno fa. Ritengo quindi sia importante chiarire l’accaduto.
Se il presidente ha autorizzato quelle semine perché non continuare?
Se, invece, non si poteva fare, che è successo, quali sarebbero le conseguenze? Quale materiale è stato immesso?
In ogni caso i pescatori avrebbero dovuto essere informati di questa impossibilità di seminare nelle acque valdostane prima dell’inizio della stagione e non dopo avere pagato la licenza di pesca.
Altra questione che deve essere approfondita è la dichiarazione pubblica del presidente del Consorzio Pesca riguardo la possibilità di andare in deroga rispetto all’attuale normativa, dichiarazione in cui diceva: «Il Consorzio appena saputo di questa nuova possibilità si è mosso…».
Ad oggi come il Consorzio Regionale Pesca non ha richiesto nessuna deroga al ministero.
Dopo un anno, solamente il mese scorso, per l’esattezza il 12 aprile 2021, è stato affidato un incarico a esperti ittiologi per la stesura dello studio di analisi del rischio necessario a richiedere di effettuare immissioni di fauna ittica in deroga.
Quindi, come possiamo pensare che ci diano la possibilità di seminare in vista di un adeguamento programmatico se non è stata fatta richiesta? Un anno buttato via, un anno perso! Altro che muoversi subito! Siamo ancora in fase di produzione della documentazione necessaria.
Il bilancio del consorzio, da diversi anni, è sempre più in attivo.
Quest’anno l’avanzo dovrebbe superare i 300.000 €, l’ultimo dichiarato è di 134.552,39 €.
Non so in Italia chi possa vantare tante risorse economiche.
Si sarebbe potuto, per cominciare, come riportato nel mio programma, ridurre il costo della licenza di pesca sino al temine dell’emergenza sanitaria e/o sino a quando non sarà possibile ripopolare i corsi d’acqua valdostani.
Ritengo che la situazione della pesca in Valle d’Aosta sia drammatica, serve un repentino cambio di direzione.
Invito tutti i pescatori a recarsi nelle sezioni di riferimento e votare affinché si possa tornare a ridare vigore alla pesca in Valle d’Aosta».
(re.aostanews.it)