Morti per Covid in case di riposo: la Procura di Aosta chiede l’archiviazione
Nessun colpevole tra i 13 indagati a vario titolo responsabili di quattro strutture per anziani in Valle d'Aosta per quanto avvenuto nella primavera 2020
Morti per Covid in case di riposo: la Procura di Aosta chiede l’archiviazione.
Erano 13 gli indagati, a vario titolo, per epidemia colposa e omicidio colposo per i contagi e le morti per Covid-19 avvenute in alcune case di riposo valdostane nei primi mesi del 2020.
Le indagini erano state effettuate dai carabinieri del Nas. Il pm Francesco Pizzato ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo nei confronti di tutti i 13 indagati.
Gli indagati
Gestione del Refuge Père Laurent di Aosta:
- erano indagati don Elio Vittaz e Massimo Liffredo (rispettivamente legale rappresentante/datore di lavoro e coordinatore
per la per la microcomunità ‘Foyer de vie’ di Doues:
- Joel Creton (ex presidente dell’Unité des communes valdotaines Grand Combin, il segretario Fulvio Bovet e Lorella Ferrero (all’epoca rispettivamente legale rappresentante, datore di lavoro e responsabile della struttura);
per la Piccola casa della Divina Provvidenza Cottolengo di Saint-Vincent:
- Carmine Arice e Clara Cigna (rispettivamente legale rappresentante e direttrice); i medici Franco Pino Brinato, Mauro Bonino;
per la Casa protetta per anziani di Antey-Saint-André:
- la direttrice Manuela Bolognesi, per la morte di un ospite della struttura della Valtournenche.
Per epidemia colposa, riguardo a un focolaio tra il febbraio e il marzo scorsi all’interno Centro riabilitativo terapeutico Residenza Dahu di Brusson, erano stati indagati:
- Ivonne Cheney, Nicoletta Spuria e Ugo Zamburru (rispettivamente dipendente della struttura, coordinatrice e direttore sanitario).
La Procura non aveva rilevato già in origine criticità riguardo alle gestioni della Clinica di Saint-Pierre e del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Aosta.
Alla base della richiesta di archiviazione, per la Procura non sarebbe possibile individuare il momento del contagio, né dimostrare che con un corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – peraltro inizialmente non disponibili sul mercato -, i decessi si sarebbero potuti evitare.
Sui decessi, non è stato possibile effettuare le autopsie, né riesumarne le salme perché tutti sono stati cremati.
Al tempo stesso, la richiesta di archiviazione elenca per ognuna delle cinque strutture errori e omissioni rilevate dai Nas.
(re.aostanews.it)