Corruzione in VdA: sentenza attesa per il 20 settembre per Rollandin, Cuomo e Accornero
Terminate le arringhe difensive, in programma per la prossima udienza le repliche dell'accusa e le controrepliche degli avvocati
E’ attesa per il 20 settembre la sentenza di secondo grado del processo nato dall’inchiesta ribattezzata Corruzione in VdA. Alla sbarra, davanti alla Corte d’appello di Torino, tra gli altri vi sono il consigliere regionale Augusto Rollandin, l’imprenditore Gerardo Cuomo e l’ex consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero. Tutti e tre erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Aosta.
Gli altri imputati sono Simone e Salvatore D’Anello e Davide Bochet.
L’udienza
Nell’udienza andata in scena venerdì 18 giugno sono proseguite le arringhe difensive. I primi a prendere la parola sono stati gli avvocati Federica Gilliavod e Andrea Balducci, che difendono rispettivamente Simone D’Anello e Bochet. Poi è stato il turno di Corrado Bellora, difensore di Accornero. Nel corso di un’arringa durata poco meno di 3 ore, il legale aostano ha toccato tutte le imputazioni.
Per la difesa, la vicenda “autoporto” è stata gestita in modo lecito e rispondendo all’interesse pubblico in quanto volta a valorizzare un’area commerciale. Tra le altre cose, Bellora ha anche sostenuto – come già fatto in primo grado – che il Forte di Bard, di cui Accornero era consigliere delegato, non è un ente pubblico, quindi non sarebbe corretto parlare di appalti e, soprattutto, Accornero non avrebbe mai agito in qualità di pubblico ufficiale.
L’avvocato ha poi respinto integralmente anche le accuse di corruzione e associazione a delinquere mosse dalla Procura.
Anche gli altri legali hanno respinto l’impianto accusatorio. In particolare, nel corso della scorsa udienza avevano pronunciato l’arringa difensiva l’avvocato Gilberto Lozzi (difesa Cuomo), Giorgio Piazzese (Rollandin) e Ascanio Donadio (Salvatore D’Anello).
Al termine della requisitorio, invece, il sostituto pg Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto sei condanne: 4 anni e 2 mesi di reclusione per
Cuomo, 5 anni ciascuno per Rollandin e Accornero, e la conferma della sentenza di primo grado per Simone D’Anello (2 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione), Salvatore d’Anello (5 mesi e 10 giorni) e Davide Bochet (5 mesi e 10 giorni).
Terminate le arringhe dei difensori, la Corte ha rinviato l’udienza al 20 settembre per repliche. Dopo le controrepliche delle difese, la Corte si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.
In caso di condanna, per Rollandin scatterebbe nuovamente la sospensione dal Consiglio Valle in virtù della Severino.
La vicenda
Nel 2013, secondo l’accusa, Rollandin da presidente della Regione aveva esercitato pressioni finalizzate al trasferimento di Deval (società partecipata di distribuzione di energia elettrica) da un capannone di Autoporto spa, dove poi si era insediato il Caseificio valdostano di Cuomo. In cambio Rollandin aveva ottenuto sostegno elettorale, la possibilità di tenere un comizio politico nell’azienda dell’imprenditore e un cambio gomme.
Gli altri due principali capitoli dell’inchiesta riguardano la gara vinta dall’azienda di Cuomo per le forniture da 68 mila euro al 4K Alpine endurance trail, gara di corsa in montagna di cui era direttore Accornero, e l’affidamento per 120 mila euro di opere del Forte di Bard.
(f.d.)