Sanità: sindacati lanciano nuovamente l’allarme, «tenuta a rischio»
Le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil portano nuovamente alla luce una situazione ritenuta insostenibile, che sta portando il personale sanitario a dimettersi in massa
Allarme sanità in Valle d’Aosta. È quello lanciato ancora una volta dalla funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, che vedono crescere la preoccupazione per «la gestione della sanità valdostana» e per la continua emorragia di dipendenti, attirati dal lidi migliori.
La nota
Nel comunicato diffuso dalle sigle sindacali e firmato da Igor De Belli, Pietro Trovero, Barbara Abram, Chiara Pasqualotto, Ramira Bizzotto e Marilena Melidona, emergono cattive sensazioni, per la mancanza «di posizioni e progetti strategici» che facciano pensare a un «cambio di rotta», alla luce di «carenze e difficoltà» ormai «sotto gli occhi di tutti».
Servizi carenti
Ed ecco che le sigle sindacali sciorinano un elenco, fatto di «servizi intasati» e «liste d’attesa interminabili», che spingono la maggior parte di coloro che hanno un reddito «a rivolgersi al servizio privato», mentre il resto della popolazione è sostanzialmente costretto a «rinunciare alla possibilità di sottoporsi a visite ed esami».
In particolare, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl puntano il dito sui ritardi «relativi agli screening di prevenzione dei tumori», che ovviamente si traducono in «importanti conseguenze per la salute».
Mancanza di personale
Ricordata «l’assenza di un progetto sociosanitario territoriale», le sigle riportano alla luce le carenze «di personale del comparto», cosa che costituisce «un grave problema», legato alle continue «dimissioni» di infermieri, Oss e tecnici sanitari, attirati verso lidi «economicamente e organizzativamente più attrattivi».
«Professionisti che fino a oggi hanno sostenuto il sistema sanitario stanno gettando la spugna – attaccano ancora i sindacati -. I carichi di lavoro sono divenuti insostenibili a seguito di una gestione e organizzazione prive di criteri che rispettino non solo il lavoro, ma anche la dignità dei lavoratori».
Tale trattamento si tradurrebbe così in giornaliere segnalazioni «di stanchezza psico-fisica, frustrazione e demotivazione – si legge ancora nella nota -. Il numero di personale che assiste oggi i degenti in ospedale si è pressoché dimezzato rispetto al passato».
La svolta
Per questo i sindacati pongono una sorta di ultimatum.
«A partire da oggi, a fase emergenziale in esaurimento, ci aspettiamo da parte degli organi di governo obiettivi di breve, media e lunga durata che possano dare risposte alle numerose istanze provenienti dai lavoratori del sistema sanitario regionale e dai cittadini – concludono -. Ci aspettiamo inoltre un serio confronto con le parti sociali, da troppo tempo escluse dal dibattito che le riguarda».
(al.bi.)