Aquile naziste sui cancelli di casa, per il Tribunale è reato: 5 mila euro di multa per Fabrizio Fournier
Dovrà risarcire le parti civili (per i soli danni morali) per un totale di 35 mila euro
Una multa da 5 mila euro e un risarcimento a favore delle parti civili (per i soli danni morali), per un totale di 35 mila euro. Questa la decisione del giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, nei confronti di Fabrizio Fournier. Il 56enne di Saint-Vincent era accusato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
Il dispositivo della sentenza è stato letto in aula oggi, mercoledì 7 luglio, mentre le motivazioni sono attese entro 60 giorni. L’accusa era rappresentata dal pm Manlio D’Ambrosi.
La vicenda
Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Aosta – che aveva chiesto tre mesi reclusione per l’imputato -, Fournier aveva fatto installare su due cancelli di ingresso (che si affacciano sulla pubblica via) alla propria abitazione un’aquila nazista e i triangoli che venivano cuciti sulle divise degli internati nei campi di concentramento. Non solo: l’uomo era anche accusato di aver pubblicato sui social dei video con contenuti negazionisti e di aver inviato diversi messaggi whatsapp sempre di carattere negazionista; «Le camere a gas sono delle bufale» e «sono stati fatti passare per mostri persone che non lo erano come il grande Hitler», questo il tenore delle sue affermazioni.
Sempre sui social, poi, Fournier (difeso dall’avvocato Enrico Pelillo) aveva pubblicato una foto mentre faceva il saluto romano e, con gli amici, si lamentava di essere nato il 27 gennaio, “Giorno della Memoria”.
Nel processo si erano costituiti parti civili la Comunità ebraica di Torino (avvocato Tommaso Levi), la Regione autonoma Valle d’Aosta (Riccardo Jans) e l’Anpi (Ascanio Donadio).
Le reazioni
All’uscita dal Tribunale, l’avvocato Levi ha evidenziato come la sentenza abbia fissato un principio importante, cioè che «si possono propagandare idee fondate sul razzismo anche attraverso il negazionismo della Shoah». Per il legale piemontese, «un paese democratico deve difendere quella che è la storia di questo continente e lottare contro le idee che si portano dietro odio e razzismo».
Soddisfatto anche l’avvocato Donadio, il quale ha affermato che «l’utilizzo di quei simboli è un reato, noi lo abbiamo sempre sostenuto e oggi è arrivata una sentenza di primo grado a confermarlo».
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L’avvocato Pelillo, difensore di Fournier, ha invece detto ai cronisti: «La pena è particolarmente modesta e il giudice ha riconosciuto solo il danno morale» alle parti civili. Comunque «leggeremo le motivazioni per poi valutare successivi gradi di giudizio».
(f.d.)