Violenza di genere, ‘Non Una di Meno’ esprime disagio per «il triste spettacolo» del Consiglio Valle
L'associazione prende posizione su «battute e tese a sminuire problemi che toccano in modo drammatico la vita di molte persone»
Violenza di genere, ‘Non una di meno’ esprime disagio per «il triste spettacolo» del Consiglio Valle.
L’associazione prende posizione su «battute e tese a sminuire problemi che toccano in modo drammatico la vita di molte persone».
All’indomani della seduta del Consiglio regionale l’associazione Non Una di Meno – Valle d’Aosta prende carta e penna per esprimere tutto il suo disagio e lo sconcerto «per il triste spettacolo messo inscena da alcuni consiglieri durante l’assise del Consiglio regionale della Valle d’Aosta».
Il riferimento è a quanto seguito alla discussione dell’interpellanza del consigliere leghista Andrea Manfrin «sul finanziamento da parte della Regione di alcuni progetti tramite il bando per i contrasto alla violenza di genere – nello specifico il “Festival delle Ragazze” e “Big Bang Gender” – e in particolare interrogando la Giunta sull’attinenza di tali progetti rispetto al tema della violenza di genere e della “Giornata contro la violenza sulle donne”».
L’associazione sottolinea come il consigliere abbia «dileggiato e minimizzato la portata culturale e professionale di alcuni interventi di rinomati/e studiosi/e accreditati/e a livello nazionale che hanno partecipato e portato le loro competenze sul tema degli stereotipi di genere, da sempre uno dei principali motori di innesco della violenza contro le donne – e non solo –, e ha ironizzato sulla costruzione dei discorsi di odio che generano profonde ferite nelle persone che ne vengono colpite (prevalentemente donne, ma anche stranieri/e, gay, lesbiche, bisessuali, trans eccetera)».
Nella nota Non Una di Meno evidenzia come anche «l’assessore Barmasse, dopo aver letto la risposta di rito redatta dagli uffici, si è lasciato andare ad alcune battute misogine che hanno a loro volta dato la stura a una serie di motteggi, corredati da risate, volti a minimizzare e ridicolizzare i problemi inerenti alla violenza psicologica e al bullismo, quali il body shaming, il cat calling, eccetera, e a trattare alla stregua di una burla importanti tematiche legate alle pari opportunità, come il gender gap, o alle discriminazioni in senso lato».
«Come collettivo NUDM-VdA – si legge nella nota – ci chiediamo se sia opportuno che un’Aula istituzionale si trasformi in luogo in cui a una,ovviamente, lecita interpellanza di un consigliere seguono battute e motteggi tesi a sminuire problemi che toccano in modo drammatico la vita di molte persone.Ricordiamo agli eletti e alle elette in quella sede che essi/e rappresentano l’intera collettività e che, seppur nella libertà delle loro prerogative politiche e istituzionali, hanno il dovere di rispettare tutti e tutte, anche quelli/e che non li/e hann ovotati/e e che non li voteranno mai».
(e.d.)